Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Rende

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma più antica di Bisignano: d'argento, a la testa di bue di rosso con una stella d'oro (6).
Altra di Bisignano: partito, nel 1° d'argento ai due pini e un alto monte accompagnati in capo da un sole, il tutto al naturale; nel 2° d'argento a tre colli al naturale, accompagnati in capo da una croce latina di nero sormontata da due stelle (5) d'argento (1).
Arma di Cosenza: d'azzurro, al bue al naturale segnato in fronte da una stella d'oro (2).

Titoli: Patrizio di Bisignano, Barone di Mormanno, Barone di Roseto, Barone di San Basile, Barone di San Lauro.


Bisignano, Palazzo Rende, stemma

La Famiglia Rende prese il nome dall'omonima terra di Rende in Calabria Citra (oggi comune omonimo in provincia di Cosenza) sulle quale ebbe la signoria intorno all'anno Mille. Si radicarono nella vicina Bisignano (poi principato governato dalla Famiglia Sanseverino) dove Guglielmo, Arcidiacono della chiesa cattedrale di Bisignano, con bolla del 18 dicembre 1295 venne nominato Vescovo di Bisignano restando in carica fino al 1315, anno della sua morte.


Bisignano, portale del vescovato

Frà Giovan Domenico Rende è citato in un atto notarile del 29 ottobre 1590 nel quale donna Anna Telesio da Cosenza, vedova del fu don Gerolamo Scaglione, anche quale madre e tutrice di don Francesco e don Pierleone Scaglione, nomina suoi procuratori generali ad negotia i magnifici reverendi suor Giustina Scacchitani, frà Ottavio Scaglione e frà Gio: Domenico de Rende.
Vincenza o Vincenzina, sposò Antonino Firrao, figlio di Cesare e di Vittoria Mezzacapo della città di San Marco (oggi comune di San Marco Argentano in provincia di Cosenza), fu Regio Tesoriere della Provincia, avendo accumulato molto denaro con questo ufficio e con quello esercitato come scrivano presso il mercante genovese Belmosto, comprò la terra di Sant'Agata e di Motta Follone, quest'ultima acquistata dal barone Annibale Pescara per ducati 36.000, con Regio Asenso del 2 marzo 1602.
Vincenzina, è citata in un atto notarile del 26 luglio 1598, in qualità di madrina assieme ad Orazio Telesio, di Francesco Giuseppe Giacomo, figlio di Flaminio Monaco e di Claudia de Matera, battezzato dal reverendo don Alberto Tornisello, canonico.


Luzzi, chiesa abbaziale di Santa Maria della Sambucina, altare dell'Assunta, nella cimasa vi è lo stemma partito Firrao-Rende


Luzzi, portale della chiesa abbaziale di Santa Maria della Sambucina

La famiglia godette la nobiltà nel Seggio di Bisignano a più riprese con: il clerico Giovanni e Diego nel 1645, Horazio nel 1645 e 1672, Baltasarro, Francesco e Giovan Domenico nel 1672, Antonio nel 1672 e 1721, il clerico Michelangelo, Ignazio e Filippo nel 1721.

Ramo dei Baroni di Mormanno e di Roseto

Stefano, vivente nel 1603, ebbe per figlio Francesco.
Silvio, figlio di Francesco, sposando Clarice Sannoccaro ebbero per figli: Pietro Paolo; Erina, sposata  a Mario Pisa, di famiglia patrizia di Bisignano; Camilla, sposata a Mario Luzzi, di famiglia patrizia di Bisignano; Marcello; Beatrice, sposata ad Ottavio Sangermano, di famiglia nobile di Luzzi; e Luca Antonio ( 23 maggio 1626), acquistò dal principe di Bisignano di casa Sanseverino, il corpo feudale della giurisdizione criminale di Mormanno [la giurisdizione civile, escluse quelle riguardanti la materia feudale, era riservata al Vescovo di Cassano con privilegio del 14 marzo 1433 del duca di Calabria Luigi III d'Angiò- Valois (1403 Cosenza, 15 novembre 1434), re titolare di Sicilia e successore designato della regina di Napoli Giovanna II che lo aveva investito del titolo di erede al trono, 9° duca di Calabria, alla quale premorì)].
Muzio Guaragna, barone della terra di Roseto, con atto convalidato dal Regio Assenso il 20 gennaio 1623, dato dal Viceré duca di Ossuna e registrato nel Quinternione 67, f. 113t, permutò la terra di Roseto con il suo castro marittimo trasferendola a Luca Antonio Rende che a sua volta gli trasferì il corpo feudale di Mormanno.


Roseto Capo Spulico, il Castro Marittimo

Luca Antonio sposò Genoa Valentoni ed ebbero per figli: Clarice, sposata a Carlo Campora di Napoli, e Carlo, il quale il 19 agosto agosto 1627 ebbe significatoria di relevio (3) per la terra di Roseto come erede per la morte di suo padre; vendette la terra di Roseto per ducati 5.200 a Francesco della Porta, con Regio Assenso emesso nel 1671 e registrato nel Quinternione 126, f. 224, in nome di don Geronimo Calà, fratello di Carlo, duca di Diano.
Carlo, nel 1639 aveva sposato Lucrezia, figlia di Filippo,vedova di Bartolo Rende.


Bisignano (Cosenza), Palazzo Rende


Palazzo Rende, portale

Ramo Rende Altomonte

Michelangelo, nel 1696 sposò Lucrezia Locco ed ebbero per figli: Giuseppe (n. 1722), del suo ramo si descriverà di seguito; Vincenzo; ed Ignazio, sposato ad Anna Maria Luzzi generarono: Vincenzo; Giuseppe; Pietro; Teresa; Nicolò (n. 1787), del suo ramo si descriverà in seguito; Carlo ( 1811), fu Sindaco dei Nobili di Bisignano nel 1783,  lo stesso anno sposò Serafina Mazzulli da San Fili, figlia di Caterina Altomonte da Bisignano, ultima discendente di Francesco Altomonte (1738 1780) sposato a Maria Zuppa. Ippolita, sorella di Caterina, essendo senza prole, con testamento donò i suoi beni a Carlo, il quale per riconoscenza pospose al proprio cognome quello degli Altomonte creando il ramo Rende Altomonte. Carlo e Caterina ebbero per figli: Caterina (1793 1853); Francesco ( 1859); e Nicola (1787 1858), autore della Descrizione della città di Bisignano, andata perduta, nel 1854  con il fratello Francesco aprivano a Bisignano uno stabilimento per la trattura della seta organica, sposato a Maria Giuseppa Fasanella (1779 1852), di famiglia patrizia di Bisignano, ebbero per figli: Serafina (1806 1815); Ippolito (18211837); ed Alfonso (1828 1889), sposato a Cherubina Loyse, di famiglia patrizia di Bisignano, generarono: Maria Grazia; Maria Rosa, sposata nel 1890 ad Ettore Gardi; Giuseppe, morto infante; Maria Pia, sposata a Gaetano Gallo, di famiglia patrizia di Bisignano; Pietro; Carmelo (1865 1924), sposato nel 1889 ad Amalia Capocasale; Francesco Maria (1862 1942), adottato nel 1893 da Gaetano Granata,  di famiglia patrizia di Bisignano, sposato nel 1894 a Vincenzina Marini di San Demetrio Corone, con Decreto Reale del 30 novembre 1924  fu autorizzato ad aggiungere ed anteporre al cognome Granata quello di Rende creando il ramo Rende Granata; Nicola (1860 1924); ed il primogenito Mariano (1858 1907) che sposando Rosanna Corrado generarono: Alfonso, morto infante nel 1881; Alfonso (1888 1960) sposato nel 1926 a Raffaella Boscarelli, di famiglia patrizia di Bisignano; Maria Teresa; sposata nel 1927 a Bernardo Gardi; Assunta, morta infante; Caterina; e Maria Cherubina.

Bisignano, Palazzo Granata-Rende-Cosentino

Giuseppe (n. 1722), come citato sopra,  figlio di Michelangelo e Lucrezia Locco, sposò nel 1722 Anna Notorianni, ebbero per figli: Maria (1772 1816); Antonio (1837), sposato a Concetta Vita generarono Teresa, sposata a Pasquale Pucciano, e Filippo (n. 1799), sposato nel 1828 a Maria Giuseppa Luzzi ebbero per figli Serafina, Umile (1832 1915), sposato nel 1868 ad Antonia Madotti, di famiglia patrizia di Bisignano, Rosa, Maria Antonia, Anna, Pietro Antonio (1846 1918); e Michelangelo (1760 1831), sposato a Maria Roberti ebbero per figli: Maria Giuseppa; Maria Aquila, sposata a Giuseppe Luzzi; Maria Saveria, sposata a Giuseppe Gallo; Maria Francesca, sposata a Bernardo Libro; Gaetano, morto infante; Maria Carolina, Maria Emanuela; Vincenzo (1816 1884); Gabriele (1819 1867); e Domenico (n. 1897), sposato nel 1827 a Maria Giuseppa Catapani generarono Ottavio (1827 1830), e Maria Michelina (1834 1851).
Nicolò (n. 1787), come citato sopra, figlio di Ignazio ed Anna Maria Luzzi, nel 1790 sposò Maria Rosa Gallo ed ebbero per figli: Carlo (1814 1874), Pietro (1816 1838), Giuseppe (1818 1860), Vincenzo (1819 1840), Maria Teresa (1821 1889), Anna Maria (n. 1824), Ignazio (1826 1837), ed Alfonso (1828 1886).

Ramo di Tarsia

Un ramo della famiglia si radicò a Tarsia, Giovanni Battista ebbe per fratello Gaetano che sposò Rosa Maria Rossi, figlia di Alessandro, ed ebbero per figli: Ottavio, Aurora, Maria Giuseppa, sposata nel 1825 a Giuseppe Loyse di Giovanni da Bisignano, Nicoletta, Serafina, Gaetano, Angelica, e Maria Vincenza.

Il Feudo di San Lauro

Situato nelle pertinenze di San Marco Argentano, oggi frazione omonima ricadente nel comune di Fagnano Castello in provincia di Cosenza, appartenuto ai Sanseverino principi di Bisignano, per poi passare alla famiglia Rende che lo mantennero sino al 1631 in persona del barone Filippo quando venne acquistato da Antonio Zaccheno. Nel 1670 fu acquistato da Carlo D'Ardia, spagnolo, Presidente della Regia Camera della Sommaria. A succedergli fu il marchese Nicola, sposato a Chiara d'Urso ebbero per figlia Petronilla Guglielmini D'Ardia, marchesa di San Lauro, sposata a Giovan Francesco Gironda († 1708), il loro figlio Giovanni Teresino (1729 † 1805), patrizio di Bari, 2° principe di Canneto (Abruzzo), 5° marchese di Canneto (Bari), ereditò il feudo di San Lauro per successione a sua madre.
La famiglia aveva eretto nella chiesa dei frati Minori Riformati di Bisignano un altare dedicato a San Bernardino; Rosalbino Fasanella ricorda una tradizione familiare che era quella della processione alla vigilia di Natale del Bambinello Gesù che si svolgeva in corteo attraverso tutte le stanze di casa Rende con i parenti, gli amici, vicini e i dipendenti.
La famiglia fu ammessa nell'Ordine di Malta in quanto Geronima Rende era ava materna del Cavaliere Mario Luzzi, ammesso nel 1589, con i quarti: Luzzi, Loyse, Valentoni, Rende.

Ramo di Cosenza

Giovanni Pietro Rende fu iscritto al secondo ceto della Città di Cosenza nel 1580.
Nel 1575, i pellegrini accorsi da tutta Europa in Roma per la celebrazione l'Anno Santo, portarono una violenta infezione di peste che si diffuse per tutta la penisola, passata in Calabria fece strage di genti di ogni età, nelle città e nelle campagne dove fu anche notevole la moria di bestiame. A Cosenza, dove i morti furono duemila e cinquecento, gli episodi di abnegazione, soprattutto delle gentildonne, si ripeterono in continuazione, impiantato un lazzaretto nella Cappella di Loreto e nei caseggiati attigui, ad un miglio, allora, dalla città, venne affidato alle nobili dame: Carlotta Zurlo, Vincenzina Jordani, Camilla Ciaccio, Carmela Sambiase, Adelaide Furgiuele, Beatrice Beltrami, Maria Gualtieri, Elisabetta Cossinelli, Vittoria Rende, Raffella Sicoli, Orizia Mauro, Laura di Tarsia.

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Note:
(1) - Le blasonature degli stemmi di Bisignano sono riportate da Rosalbino Fasanella d'Amore di Ruffano in “La Città di Bisignano e il suo seggio (1339-1806)”, pag. 172.
(2) - La blasonatura di questo stemma è riportata da Luigi Palmieri in “Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti”, Tomo II pag. 483.
(3) -  Come scrisse Mario Falanga, il Relevio consisteva in una somma uguale al valore della metà dei frutti percepiti dal feudo nell'anno della morte del feudatario, dedotte le spese; se in quell'anno non si erano raccolti frutti si aveva riguardo ai tre anni precedenti ed era dovuto alla Regia Corte di Napoli. Per la liquidazione del Relevio il successore del feudatario morto presentava alla Regia Camera il conto dei frutti dell'anno in cui era morto il feudatario, e la Regia Camera, fattane la verifica dopo aver citato l'interessato per prendere ricognizione della liquidazione, spediva la Significatoria e dava incarico al Percettore della provincia di esigere.

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Bibliografia:
- Gustavo Valente “Compendium, dizionario storico,geografico, biografico ragionato della Calabria” Vol.IV, Ferrari Editore 2017.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Voll. III-IV, Editrice C.B.C. 1999-2002.
- Gustavo Valente “Il Sovrano Ordine di Malta e la Calabria”, La Ruffa Editore 1996.
- Mario Pellicano Castagna “Processi ai Cavalieri Gerosolimitani Calabresi”, Frama Sud 1978.
- Rosalbino Fasanella d'Amore di Ruffano “La Città di Bisignano e il suo seggio (1339-1806)”, Tipografia Editrice MIT Cosenza 2006
- Luigi Palmieri “Cosenza e le sue famiglie attraverso testi atti e manoscritti” Tomo II, Pellegrini Editore 1999.
- Vincenzo Maria Egidi in “Regesto delle pergamene dell'Archivio Capitolare di Cosenza” a cura di Raffaele Borretti, Editoriale progetto 2000.
- Vincenzo Maria Egidi - Mario Borretti “I Telesio Regesto dei documenti del sec. XVI”, a cura di Raffaele Borretti, Calabria Nobilissima 1988
- Gustavo Valente “Storia della Calabria nell'età moderna”, Voll.I-II, Frama Sud 1980.
- Barone Antonio Salmena “Morano Calabro e le sue case illustri”,  Anno 1882.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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