Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia de Rosis

 

A cura di Fabrizio Zurlo

Arma:
La piu' antica:
d'azzurro, al leone d'oro accompagnato da cinque rose di rosso, di cui tre male ordinate in capo e due sotto poste in fascia.
rami di Rossano e Corigliano: d'azzurro, al leone coronato d'oro, accompagnato in capo da tre stelle male ordinate e sotto da due stelle poste in fascia, il tutto d'oro.


© Stemma della nobile famiglia de Rosis di Rossano

L’antichissima famiglia de Rosa o de Rosis, godeva di nobiltà nella città di Parma; a seguito della guerra civile tra questa famiglia e quella dei Marzolani, e dopo l’uccisione di Gerardo Marzolani, i de Rosa furono obbligati ad allontanarsi dalla città.

Riccardo I de Rosa ( 1259), trasferitosi a Napoli nel 1199, fu un valoroso milite sotto le insegne dell’imperatore Federico II di Svevia, che lo nominò barone di Castro, ovvero di Rose, feudo in Calabria Citra, come si evince dalla lastra tombale di Girolamo de Rosis, piu' avanti pubblicata. Il feudo di Rose, non lontano da Luzzi, apparteneva nel secolo XII alla famiglia de Archis, passò alla famiglia de Rosa che lo tenne sino al 1494, tranne la prentesi dal 1266 al 1272, durante la quale fu feudatario Matteo Aprano, per poi ritornare di nuovo in possesso ai de Rosis. Nel 1615 i fratelli Fabrizio e Biase Salerni, acquistarono per ducati 34.000 detto feudo da Marco Bernaudo e, nel 1662, il casato ottenne il titolo di marchese di Rose. Nel 1729 il feudo di Rose fu acquistato all'asta dal principe di Sant'Agata e Luzzi Tommaso Firrao, con seconde e terze cause, portulania e zecca.

Gli successe il figlio Raone ( 1289) il quale nel 1275 dovette prestare il giuramento di fedeltà innanzi a Carlo I d’Angiò. Egli ebbe dieci figli, tra cui Berengaria che sposò Pietro de Archis, appartenente a famiglia di origine napoletana, aggregata al sedile di Cosenza che dal re Roberto II d'Angiò venne decorata di dignità militare; Rogerio che con Beatrice Straboa generò, tra gli altri, Benedetto, consacrato dal Pontefice Urbano VI, al secolo Bartolomeo Prignano, vescovo di Capua; Bernaudo, nominato vescovo di Cosenza; Alessandro.

Detto Alessandro si trasferì in Calabria e si sposò il 15/3/1400 con Jacovella d’Aquino dei baroni di Castiglione; ebbero tre figli Francesco, Bernardo ed Antonello, tutti cavalieri di re Alfonso I d’Aragona (1).

Detto Antonello sposò Barbara Abenante che generò Francesco che sposò Giacomina Foggia di Rossano; per figli ebbero Mercurio; Marco che si trasferì a l’Aquila; Antonello che nel 1494 fu spogliato del feudo di Rose perché partigiano di Giovanni d’Angiò, Duca di Calabria (2); Francesco che divenne avvocato del Foro di Napoli,  e Mariano.
I cinque fratelli nel 1538 si diviserò l’eredità del padre con atto stipulato dal notaio Francesco Molingeni dimorante in Corigliano. In tale anno il cognome fu cambiato da de Rosa in de Rosis perché così li appellò Pietro Alvarez di Toledo, marchese di Villafranca e vicerè di Napoli per l’imperatore Carlo V d'Asburgo-Spagna.

Il citato Francesco, avvocato del Foro di Napoli, sposò Clementina de Gaeta che generò sette figli, l’ultimo Girolamo, nato a Napoli nel 1611, studiò presso don Antonio Alemanni e divenne uno dei componenti del collegio dei dottori di Napoli. Morì a Napoli nel 1666 ed ivi fu seppellito con la seguente iscrizione: “Hieronimus de Rosis J.C. Neapolitanus ab antiquis Castri Rosae in provinc. Calabr. Citer. originem ducens novissima recogitans sibi suisque f. . A.D. MDCLXVI”.

Napoli, lastra tombale di Girolamo de Rosis - Anno1666

Domiziano (1569 1658), figlio di Luca ( 1602) e di Giulia Greco ( 1596), esimio giureconsulto, nel 1615 sposò Beatrice Luzzi ( 1664), sorella di Orazio barone di Torricella in Terra d’Otranto e generò 7 figli di cui solo due ebbero progenie creando due ben distinti rami della stessa famiglia, quello discendente da Luca De Rosis che si stabilì nella città di Rossano.

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Rossano Calabro, palazzo de Rosis

Rossano, Palazzo noto come "Palazzo di Madre Isabella de Rosis" di cui si parlerà piu' avanti. A destra: stemma de Rosis

E quello discendente da Fabio che rimase nella città di Corigliano.


Corigliano, Palazzo de Rosis (da Google Maps)


Corigliano, stemma de Rosis, si noti il leone rivoltato

 

Del ramo di Rossano si ricordano Marcantonio de Rosis (Napoli, 19/10/1642 Rossano, 4/9/1724), avvocato in Napoli, si trasferì in Rossano e sposò nell’aprile del 1690 Teresa  Giannuzzi (1670 1716) che gli cedette per ducati 10.400  il feudo di San Giovanni in Foresta nel maggio del 1695 (3). In precedenza il feudo apparteneva a Domenico Labonia.
Claudio (1754
1815), figlio di Domiziano (  1795) e di Teresa Malena, nel 1776 sposò Aurora Amantea; alla morte del padre ereditò il titolo di Barone di San Giovanni in Foresta o Torre Piacenza o Crosetto.

Il figlio quintogenito di Claudio, Luca de Rosis (1777 1847), cavaliere del S.M.O. di Malta, nel 1800 sposò Isabella Olivieri di Crotone (1785 + 1828), figlia di Cesare barone di Crepacore; nel 1819 fu nominato presidente del consiglio distrettuale di Rossano; scrisse e pubblicò molti testi.


Ritratto del barone Luca de Rosis (1777 1847)

Isabella de Rosis (Rossano, 9/6/1842 Napoli, 11/8/1911), figlia primogenita del barone Domiziano e di Francesca Berlingieri, fu proclamata Venerabile con decreto del 19 dicembre 1911. Le sue spoglie riposano in Napoli nella chiesa dell’Istituto delle Suore Riparatrici.


I genitori di Madre Isabella, donna Francesca Berlingieri e il barone Domiziano de Rosis


Madre Isabella de Rosis


Napoli, Cappella dell' Istituto della  Casa Madre delle suore Riparatrici del Sacro Cuore, sepolcro della Veneranda Isabella de Rosis

Con R.D. del 16 marzo 1936 fu riconosciuto il titolo di Barone di San Giovanni in Foresta a Maurizio de Rosis (1879  1941), cavaliere della Corona d’Italia, coniugato con Maria de Rosis (Napoli, 1883 Parigi, 1933).

 

Del ramo di Corigliano, città in Calabria Citra in diocesi di Rossano, appartenuta ai Sanseverino principi di Bisignano e poi ai Saluzzo che la tennero col titolo di duca sino all’abolizione della feudalità. Le famiglie nobili di Corigliano, oltre ai de Rosis, erano: Abate, Abenante, Capalbo, Grisafi, Morgia, Oliviero, Persiani, Pontio, Solazzi e Toscano.


Corigliano Calabro, lastra rombale di ? de Rosis del XVII secolo, con lo stemma piu' antico

Si ricordano Giovan Battista de Rosis, figlio di Scipione (1641 1725) e di Isabella Irrices, che sposò Tolla Castriota Scanderberg, discendente di Giorgio principe di Albania; Scipione de Rosis (Corigliano, 1870 1940) ed Elvira Zurlo (Crotone, 1873 Corigliano, 1957), figlia di Gaetano Antonio Giovanni  ed Adele Lucifero dei marchesi di Aprigliano, avvenuto il 19 Luglio 1899;


Certificato di matrimonio tra Scipione De Rosis ed Elvira Zurlo

“Il Popolano”, organo di stampa locale, del mese di maggio 1900 scrive:
"Parliamo di quelle ben augurate e felicemenivvenute tra il Barone Avv. Scipione De Rosis, sindaco e concittadino e la bella e distintissima Signorina Rivira dei Baroni Zurlo di Crotone nipote dell'onorevole Deputato Lucifero. La cerimonia ebbe luogo in Crotone, patria di lei, il 29 volgente mese. Fu compare dell'anello l’on. Barracco e vi assistettero anche l'Avv. Giuseppe, fratello dello sposo, e lo zio Cav. Avv. Francesco. Alle ore 19 i novelli coniugi giunsero in Corigliano, accompagnati anche dai signori Baroncino Giuseppe, Stanislao e Rodolfo, fratelli della sposa, e dal loro futuro cognato Conte del Balzo Squillaccioti e salutati, all'ingresso del paese, dalla banda cittadina […] Verso le ore 22 tutti, augurando agli sposi lunghi anni felici, si ritirarono. Indi, solamente, per quelli di famiglia e parenti, fu servito un sontuoso pranzo, ammanito dal signor Filacchione da Rossano. Così si chiuse la bella cerimonia; e noi, con quel cuore che ad essa partecipammo, siamo lieti di ripetere agli sposi l'augurio di un avvenire degno del nobilissimo Casato De Rosis."

il 9 Gennaio 1904, il fratello di Elvira Zurlo, Giuseppe Zurlo (Crotone, 1875 ivi, 1939), figlio di Gaetano Giovanni Maria ed Adele Lucifero dei Marchesi di Aprigliano, sposa Maria Antonia de Rosis (Corigliano, 1886 Crotone, 1908), Sorella di Scipione de Rosis;

“Il Popolano”, organo di stampa locale, del 30 Gennaio 1904 scrive:
“Il giorno 9 del volgente mese si celebrarono le nozze del Baroncino Giuseppe Zurlo da Crotone con la gentile signorina Antonietta dei Baroni De Rosis.
In casa De Rosis la festa si protrasse fino a quasi le quattro del mattino seguente, e fra i molti intervenuti regnò la massima cordialità e gentilezza.
La mattina del 10 i giovani sposi partirono per un lungo viaggio di nozze. Si abbiano essi i nostri sinceri auguri.”

il 9 Aprile 1942,  Gaetano Zurlo (Crotone, 1921 ivi, 2001), cavaliere di Onore e Devozione del S.M.O. di Malta, figlio di Rodolfo e Maria Mottola d’Amato, sposa Vittoria de Rosis (Corigliano, 1914 Crotone, 1994) figlia di Scipione ed Elvira Zurlo, cugina di I grado;


Certificato di matrimonio tra Gaetano Zurlo e Vittoria de Rosis

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Note:
(1) - Archivio di Stato Napoli- Regia Camera Sommaria- Cedola Pietro Bernardo – f 240.
(2) - Archivio di Stato Napoli- Regia Camera Sommaria- Cedola Pietro Bernardo – f 152.
(3) -
Pellicano Castagna, "Le ultime intestazioni feudali...
."
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Bibliografia:
- Mario Pellicano Castagna, "La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria", Editrice C.B.C., 1984.

- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti”, Pisa 1896.
- Franz von Lobstein, “Settecento Calabrese”, Napoli 1978.
- Luca De Rosis, “Cenno Storico della Città di Rossano e sulle sue Nobili Famiglie” – Anno 1838.
- Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli” - Napoli, 1977.
- Antonio Di Nardo, "Madre Isabella de Rosis, Apostola del Sacro Cuore", Editrice Velar, 2010.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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