Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Staffa

a cura di Antonio Staffa

Arma: d'oro, al capriolo di rosso, caricato di tre stelle di sei raggi d’argento.
Motto: VIRTUS SOLA NOBILITAS  
Titoli:
Baroni di Santa Barbara (Barbaro).

Dimora: Falconara (Albanese), San Lucido, Paola, Napoli, Roma.

Stemma Famiglia Staffa, particolare dell’Albero Genealogico.

La famiglia Staffa originaria dell’Albania, ove apparteneva alla prima nobiltà, si stabilì in Italia dopo la morte del principe Giorgio Castriota Skanderbeg († 1468) per non sottostare al giogo dei turchi o più probabilmente nel 1533, dopo la riconquista di Corone (Grecia) da parte del Solimano, al seguito dell’ammiraglio Andrea Doria. L'imperatore Carlo V con diploma dell’8 aprile 1533 raccomandò al Viceré Toledo i nobili cavalieri Coronei e con diploma del 15 luglio 1534 li esentò da tutti i pesi regi e baronali. La tradizione orale, ripresa da più fonti, narra che furono guidati dal conte Nicola Staffa (Staif) ed insieme ad altre famiglie dettero origine a Falconara in Calabria Citra.
Le prime notizie sulla presenza e sull’importanza della famiglia risalgono alla fine del Cinquecento come si evince dall’archivio parrocchiale della chiesa di S. Michele Arcangelo con D. Giovanni Staffa sposo di Mienna Candreva. Il figlio Andrea I (*22/10/1602) si sposò con Vittoria Gliosci e dei figli solo Sertorio (*29/08/1639), che si sposò l’1/02/1654 con Vittoria Fionda-Manis, e suo fratello Muzio raggiunsero l’età adulta. Muzio si sposò con Ottavia Signorelli il 19/02/1659 generando tra l'altro Giuseppe-Antonio (*18/09/1665) ricordato (con qualche imprecisione) da Giovan Battista di Crollalanza nel Dizionario Storico-Blasonico come fondatore del ramo di Oriolo e Trinitapoli (entrambi estinti rispettivamente nella seconda metà del 1800 e del 1900).
Il Crollalanza ricorda anche il ramo principale dei patrizi di Trani (estinto nel 1700), a cui va aggiunta la successiva diramazione del ramo di San Potito e Atripalda ancora fiorente in Roma.
Sertorio generò Andrea II (*14/11/1658) sposo di Anna Rodotà († 1745), di San Benedetto Ullano, appartenente alla nobile ed illustre famiglia greco-albanese a cui è collegata la devozione tra gli Albanesi in Calabria dell’immagine di Maria S.S. di Genazzano (Madonna del Buon Consiglio).

Cosenza, stemma della famiglia Rodotà di San Benedetto Ullano

Il 14 aprile del 1746 il Reverendo don Giacomo Staffa (*26/03/1693 † 21/04/1746), figlio di Andrea II, costituisce tutti i suoi beni in Falconara e San Lucido in fidecommesso perpetuo e maggiorasco a favore dei discendenti maschi del fratello Dragonetto (*6/11/1699 † 1742).
Dragonetto Staffa, che la toponomastica di Falconara ricorda con una via, si sposò il 13/05/1727 con Anna Manes generando Francesco Antonio (*1729 † 06/03/1797) e Dionisio (*1733? † 1806), da cui discenderà il poeta e patriota Felice Antonio Staffa.
Francesco Antonio nel 1747 ottenne dalla Regia Corte, sub asta, il feudo di Beffi in Abruzzo Ultra al quale impose il nome di Barbaro al fine di ottenere il trasferimento sulla terra di Barbaro posseduta in San Lucido in Calabria Citra. A testimonianza di questa prassi e della volontà di omaggiare il territorio di provenienza, ricordiamo che sempre nel 1747 il duca Ippolito Cavalcanti ebbe la concessione del feudo di Casalotti, sempre in Abruzzo Ultra, ribattezzato Buonvicino, terra già posseduta in Calabria Citra. 
A differenza del duca Cavalcanti il barone Francesco Antonio Staffa non poté utilizzare né Falconara, feudo dei Alarcon de Mendoza, né San Lucido, feudo dei Ruffo di Bagnara, tuttavia a seguito di tale privilegio portò per sé ed i suoi discendenti il predicato di Santa Barbara.

Falconara Albanese (CS), Chiesa della Madonna del Buon Consiglio

Nel 1750 commissionò la pala della Madonna del Buon Consiglio, dell’omonima chiesa in Falconara, su impulso del congiunto don Stefano Andrea Rodotà, del collegio di San Atanasio in Roma, che estese questa devozione in Calabria. 
Francesco Antonio Staffa sposò il 26/05/1746 donna Marianna Catalano di Andrea ( 1803) di San Lucido, dai quali nacquero: Michele (*1752 1835) unico con discendenza; Samuele (*1754 ante 1780); Dragonetto (*1754 ante 1780); Giacomo; il sacerdote don Nicola (*1769 29/09/1828); Serafina(*1748) sposa del barone Eugenio Del Giudice di Belmonte, nonno dell’omonimo senatore del Regno d’Italia (figlio di Bonaventura e Rosa Miraglia); Teresa sposa di don Vincenzo Luzzi di Bisignano (famiglia ricevuta nel Sovrano Militare Ordine di Malta come quarto della famiglia Solimena: donna Angela Maria Luzzi di Vincenzo sposò il giudice Francesco Solimena di Vincenzo di Aiello Calabro); Rosa ( 1811) sposa di don Flaminio Tocci di Cosenza; Caterina (*1847 ante 1780); Rosaria (*1749); Saveria (*1756); Rachele ( 1842).

Magnificum D. Aloysium Staffa
D. Michaelis Baronis Sancta Barbara Filium
(Liber Baptizatorum 1777- Fides Baptismi 1802)

Il secondo barone Michele Staffa (*1752 02/02/1835) sposò donna Agata Infelise ( 12/10/1829) di Piane, figlia di Pietro ed Ippolita Lepiane, e trasferì la residenza da Falconara a San Lucido con la costruzione del palazzo in località Rupe.
I figli di Michele, Luigi e Raffaele, inoltre costituirono rispettivamente il ramo Staffa-Caracciolo trasferitisi in Napoli e Staffa-Landi che rimase a San Lucido.
Michele I ebbe diversi figli che in questo periodo fecero raggiungere l’apice dell’importanza e notorietà alla famiglia.
Oltre i già citati Luigi, presidente della Gran Corte Criminale di Napoli, e  Raffaele, Sindaco f.f. in San Lucido, abbiamo: Andrea (*1790?
19/01/1859) direttore dei Rami Riuniti ed ispettore a Reggio; Lorenzo Franchino (*1785? 10/11/1855) capitano del II° Cavalleggeri dell’esercito Napoletano, Cavaliere della legion d’onore conquistata sul campo nella battaglia a Danzica nel 1813 sotto Napoleone Bonaparte nella Campagna di Russia, entrambi celibi e senza figli; Francesco (*1780 1813?) soldato dell’esercito napoletano morto in Russia; Giacomo (*05/08/1791 14/07/1857) Caporale della Guarda d’onore e Ricevitore del Registro e bollo di Rende, sposato, con 4 figli, con donna Rosina De Rose (*12/08/1814) di Francesco Saverio di Cosenza, da cui discenderà il ramo Brasiliano; Giovannina ( 26/06/1867) che sposò Giuseppe Pascaletti (*1/04/1788 1806?) di Fiumefreddo Bruzio, nipote del celebre ed omonimo pittore (figlio di Emilio barone di San Biase e Rosa Morelli dei baroni di San Patrizio); Tommasina( 20/03/1862) che sposò don Tommaso Cesario di Cetraro(*1788 10/10/1824); Carolina (*1769) che sposò don Salvatore Zicari di Paola; Fortunata ( 22/03/1862) imprenditrice ante litteram, che rimasta a gestire fino alla morte il patrimonio di famiglia, donò il Palazzo alla Rupe al nipote Pasquale di Raffaele in considerazione che il fratello Alfonso già possedeva il Palazzo in Piazza Fiume.

Decreto di Ferdinando II del 1848  al Giudice di Gran C. C. barone Luigi Staffa.
A destra: Decreto di Ferdinando II del 1854 al Sottointendente barone Michele II Staffa

Il terzo barone fu Luigi Staffa (*14/09/1777 05/10/1849) Presidente della Gran Corte Criminale di Napoli e precedentemente giudice a Castrovillari, Cosenza, Reggio (Calabria), Avellino, Santa Maria (Capua Vetere); sposò Maria Giuseppa Caracciolo del Sole (*15/08/1781 12/11/1843), del Cavalier Giuseppe e Marianna Grasso, educata e cresciuta dal Principe di Torella Giuseppe Caracciolo e da sua moglie Beatrice Alarcon de Mendoza Marchesa di Rende (e di Falconara) dai quali ebbe la dote di 5.000 ducati d’argento.
Il quarto barone fu Michele II (*07/05/1803
25/01/1874) di Luigi,  Sottointendente (Viceprefetto) dal 1848 di Gallipoli, indi di Sant’Angelo dei Lombardi e Sala e consigliere d’Intendenza con il grado di Sottointendente a Salerno, dove si sposò nel 1857 con Cecilia Rinaldo (*1810 01/03/1869) rimanendo vedovo senza figli.
Il quinto barone fu Giuseppe Staffa (*18/12/1806
16/05/1877), fratello di Michele, che si sposò nel 1864 con Palma Emilia Malizia, erede testamentaria ed universale di tutti i suoi beni, e morì senza figli. Il matrimonio fu celebrato unitamente a quello del cugino Giuseppe Cesario di Cetraro (di Tommaso e Tommasina Staffa) con la cognata Lucrezia Malizia. Fu musicista di gran pregio e professore, molte sue opere vennero rappresentate al San Carlo tra cui la “Francesca da Rimini”, primo presidente della sezione musicale della Reale Associazione degli Scienziati, Letterati ed Artisti, direttore del Teatro Fondo e Nuovo, fondatore e direttore del giornale La Musica.
La famiglia Staffa-Caracciolo si estinse nei Casella: Rosa Schaub (*17/05/1834), figlia del Colonnello del 1° Reggimento Svizzero Cavalier Giuseppe Schaub (
26/04/1859) e di donna Agata Staffa (*1805) del barone  Luigi, si sposò con Giovanni Battista Casella figlio del Tenente Colonnello Cavalier Caleidonio e d'Ippolita Sorrentino.

Giornale di Musica diretto da Casa Ricordi dal 1842 a Milano: Copertina del 1877 dedicata al maestro Giuseppe Staffa. 
A destra: Giornale di Musica diretto e fondato nel 1857 a Napoli  dal barone Giuseppe I Staffa

Estintosi il ramo principale il titolo passò agli Staffa-Landi.
Don Raffaele Staffa (*1778/79
16/08/1858), secondo genito del barone Michele, si sposò con donna Francesca Landi ( 1869) di Cosenza figlia del dottor Pietro (*1758 1800) e donna Saveria Belvedere ( 1802).
La famiglia Landi importante famiglia di Cosenza, come testimonia lo stemma nell’oratorio dell’Arciconfraternita del Rosario (annesso al complesso monumentale di San Domenico in Cosenza) si estinse dopo la morte di Pietro (figlio di Francesco e Margherita Ferragnoli, nipote di Pietro e Giovanna
Ammone Patrizia di Sorrento, pronipote di Antonio e Violante Ferrari dei duchi di Parabita) con la figlia Francesca negli Staffa, nei Laghi di Castrovillari con la figlia Margherita, sposata il 24/11/1814 con Gaetano, e nei Turano di Montalto Uffugo con la figlia Maria Gaetana ( 22/12/1864), sposata con Giuseppe.

Atto di consenso di Donna Francesca Landi del fu D. Pietro, vedova di D. Raffaele de’ Baroni Staffa, al matrimonio
tra il figlio Alfonso de’ Baroni Staffa e Donna Teresina Curti- anno 1863

Ritratto di Alfonso I de’ baroni Staffa del 1849,  in divisa di Caporale del 1° Reggimento di Linea Re

Raffaele ebbe i seguenti figli: Pietro (*21/10/1820 15/02/1866), Caporale della guardia Nazionale nel 1848  e dipendente dal 1863 del Ministero delle finanze presso il ricevitore del registro della Direzione di Benevento; Francesco Antonio (*10/02/182324/03/1892), Sindaco f.f. nel 1860 durante il Governo  Dittatoriale di Garibaldi, celibe e morto senza figli; Alfonso (*31/01/1828 21/11/1899), 2° Sergente dei Tiragliatori della Guardia Reale in servizio volontario di leva dal 1849 al 1857 durante il Regno Borbonico (già caporale del 1° Reggimento di Linea Re), Patriota Risorgimentale, consigliere-assessore del Comune di San Lucido e Sindaco f.f. del Regno d’Italia; Pasquale (*11/09/1834+13/03/1875) sposato con Adelaide Siciliani di Belvedere Marina da cui discenderà il ramo di Napoli; Marianna (*01/02/1810) sposata con D. Luigi Martirano di Cosenza (San Vincenzo La Costa); Carolina (*1815? 05/12/1887); Rosina (*1811? 05/01/1901); Giovannina (*09/08/1825 07/02/1907); Angelina (*17/01/1831 1881) spostata con Francesco Antonio Grandinetti di Paterno; Rachele (*23/10/1818 24/12/1819); Regina (*29/07/1833 31/07/1833); e Filomena (*03/02/1840 30/06/1841).
Nel 1877 Giuseppe II Staffa (*02/02/1865), figlio del premorto Pietro di Raffaele I ( 1866) e donna Carolina Martire (*1828) di Cosenza (San Pietro in Guarano), alla morte del cugino del padre (Giuseppe I) successe nel titolo baronale; sue sorelle furono: Francesca (*23/03/1853) in Tomassini di Roma, e Rosa (*1856 16/05/1929) in Tridenti di Roma. Nel 1894 gli fu conferita la medaglia d’Africa per la campagna del 1887.

S. Lucido, Incisione marmorea Palazzo Staffa - P.zza Fiume  “Barone Raffaele Staffa 1906”

Nel 1906 il titolo era già passato, da Giuseppe II, al cugino Raffaele II (*09/02/1871 05/03/1964) figlio di Alfonso di Raffaele I e donna Teresina Curti (*29/05/1842 01/12/1941) di Paterno (figlia di Francesco e Cecilia Giudicessa di Spezzano Grande-della Sila). Fu storico e scrittore, consigliere comunale e assessore di San Lucido, commissario prefettizio e Ispettore onorario delle antichità e belle arti.

Il barone Raffaele II Staffa e sua moglie la baronessa Maria Serafina (foto anni ’20)

I suoi fratelli furono: il Reverendo sacerdote Don Ernesto (*14/09/1878 30/01/1958), ultimo rettore della S.S. Annunziata in San Lucido; Andrea (*09/03/1884 14/12/1887); Paolino (*29/07/1887 08/01/1941), procuratore ed insegnante, sposato senza figli con Margherita D’Agostino; le sorelle: Laura (*1867 26/02/1956), sposata senza figli con Ferdinando De Luna di Diamante; Carmela (*05/04/1875 29/11/1961); Francesca Oreste (*25/02/1881 12/12/1970); Carmela (*1864 02/11/1866), Franceschina (*01/02/1870 18/04/1870); e Marietta (*1874 24/04/1874).

Stemma “parlante” in pietra e a china del Reverendo Sacerdote don Ernesto de’ baroni Staffa, Rettore della S.S. Annunziata: visibili
le Tre Stelle, la Staffa ed il Leone Rampante, simbolo di Cristo Re, presente anche nelle insegne
dell’Arcivescovo Camillo Sorgente di Cosenza (1874
†1911)

San Lucido (CS), Chiesa della S.S. Annunziata. Sull’arcata dell’Altare Maggiore fino agli anni ’80 era visibile
la scritta “ERNESTUS STAFFA RESTAURARE FECIT” (1910)

Don Ernesto Staffa durante la Festa patronale di San Giovanni Battista

Figli del barone Raffaele II e di sua moglie donna Maria Serafina Matarasso di Nicastro (*22/04/1880 29/07/1967) furono: Alfonso II (*18/10/1914 15/05/1969), medico chirurgo in Paola e titolare della clinica Santa Maria delle Grazie in Amantea, tenente-medico della marina militare durante la 2° guerra mondiale, sposato con donna Francesca Sbano di Paola(*14/09/1926 14/11/2020), da cui i figli Antonio (*03/03/1950 18/09/1951) Mila in Grossi (*1951)  e Maria Serafina detta Lilly (*1958); Antonio (*19/01/1916 19/02/1935); Renato (*03/08/1918 28/12/2007), sottotenente dell’aviazione durante la 2° guerra mondiale, partigiano in Roma, funzionario pubblico, sposato a Roma con donna Anna Maria Piani di Macerata (*07/05/1918 26/05/1984), da cui i figli Mariagrazia in Gaudio (*1948) e Raffaele Alberto (*26/07/1949 30/10/1997), procuratore di banca, sposato a Roma con Maria De Palo di Bitonto (*1955); Franco (*28/02/1922 01/04/2021), direttore e procuratore di banca, scrittore, consigliere comunale e assessore di San Lucido, sposato con donna Anna Sacchini di Montalto Uffugo(*1931), sue figlie sono: Teresa in Mongelli (*1964), Paola(*1966) ed Alba(*1968).
Figli di Raffaele Alberto sono: Alfonso (*19/09/1973
24/01/1994); Antonio (*1974), già consigliere e Sindaco di San Lucido, sposato con Valeria Marrelli di Paola (*1974), padre di Giulia (*2009) e Raffaele (*2011); Francesca in Veltri (*1978); Renato (*1980), già consigliere comunale di San Lucido; il Reverendo Sacerdote don Franco (*1987).

Il barone Raffaele II Staffa con la moglie Maria Serafina ed i figli Alfonso, Renato e Franco (anni '60)

La Principessa Maria Josè di Savoia tra le Crocerossine, dietro  in camice il giovane tenente-medico barone Alfonso II Staffa (in alto foto ritratto)

Edicola votiva lungo la via che conduce al Santuario di S. Francesco di Paola -Paola,
A DEVOZIONE DELLA BARONESSA STAFFA
(3° MISTERO GAUDIOSO LA NASCITA DI GESÙ)

Edizione del 1959 del libro del barone Raffaele Staffa. A destra: II° edizione del 1999 a cura del figlio N.H. Franco Staffa

San Lucido (CS), Palazzo Staffa - Piazza Fiume

I fratelli Franco e Renato Staffa dei baroni di Santa Barbara

Ramo di Felice Antonio Staffa

Da Dionisio, fratello del primo barone Francesco Antonio, ed Innocenza Barone († 1806), nacque Samuele (*1761 † 09/02/1837), dottore in legge e Sindaco di Falconara. Don Samuele sposò in prime nozze Teresa Rizzo ed ebbe 3 figli, dei quali sopravvisse solo Nicolina (*1789), sposata con Luigi Pasquale di Tessano (Dipignano), ed in seconde nozze Giustina Angelieri di Pizzo († 20/05/1836), da cui nacque Felice Antonio (*05/03/1801 † 06/03/1870). Fu accademico, scrittore e poeta di pregio, discepolo di Gabriele Rossetti che gli affidò degli scritti inediti, dottore in legge, patriota risorgimentale, Sindaco di Falconara.
Nel 1827 sposò la nobile Antonietta d’Amato di Amantea di Cristoforo e Chiara Sculco di Crotone del Cavalier Tommaso e donna Maria Saveria Cavallo. Attraverso le sorelle della mamma ebbe come primi cugini i Marsico, i Sacchi e gli Accattatis e dallo zio Alfonso, sposo di Beatrice Mirabelli, i Del Giudice ed i Mollo.
I figli di Felice Antonio furono: Guglielmo (*04/01/1830
20/10/1913), consigliere, assessore e Sindaco f.f. del comune di San Lucido ed estensore del manoscritto delle opere edite ed inedite del padre; Eugenio (*19/06/1831 08/01/1894), giudice morto in Napoli; Dionisio (*18/10/183213/12/1850), dottore in legge e patriota risorgimentale, carcerato nel Castello di Cosenza con il padre dopo i moti del 1848; Vincenzo (*11/11/1835 08/02/1836); Angelica (*1829 18/10/1881) sposata con Gaetano Manes di Saverio di San Lucido; Amalia (*06/11/1833 1911) sposata con Leopoldo Gentile di San Fili e gemella d'Innocenza (*06/11/1833 20/04/1835).

Opere Edite del poeta Felice Antonio Staffa del 1845 e del 1867

Ramo brasiliano di Giacomo Rosario Staffa di Andrea

Da Giacomo de’ baroni Staffa (*1791 † 1857) e donna Rosina De Rose nacquero Lorenzo Franchino (*20/01/1953 † 1859), Nicola (*19/01/1846 † 24/1/1866/67?), Rachele sposata con Gaetano Caruso di Trenta, ed Andrea (*19/03/1848) sposato con donna Teresina De Pineda di San Lucido da cui Giacomo Rosario (*03/10/1869 † 16/11/1927), Rosina (*29/05/1867 † 1946) sposata con Pietro Losso di San Lucido, Maria Santa (*17/12/1872) ed Antonietta (*1873 † 1873).
Giacomo Rosario si trasferì a Rio de Janeiro e divenne un famoso produttore cinematografico e teatrale, passò poi al settore turistico, fu benefattore durante la I^ guerra mondiale con i suoi connazionali. Rientrato per un breve periodo in Italia fu anche consigliere del Comune di San Lucido, al quale donò l’orologio della torre campanaria; sposato con Joanna Fiscina ebbe 8 figli: Andrea (*14/10/1901); Mathilde in Giocoli (*1903 1975); Cecilia in Cataldi (*22/11/1904); Rosina (*1907); Rodolpho (*01/11/1908 23/11/1973) sposato nel 1934 con Ernestina Mendes Lisboa da cui nacque Stella Staffa; Amedeu Rosario (*1911); Jayne (*19/07/1912) sposato nel 1934 con Maria Luiza de Moraes Gomide; e Jacomina (*1914). 

San Lucido (CS), Orologio della Torre Campanaria, donato da Giacomo Rosario Staffa (1920)

Ramo di Napoli di Pasquale Staffa di Raffaele

Nel 1883 donna Adelaide Siciliani di Fortunato e Giulia Blum di Napoli, vedova già da otto anni di Pasquale de’ baroni Staffa, si trasferì a Napoli, vendendo il Palazzo alla Rupe a don Giovan Battista Cavallo di Amantea.
I loro figli furono: Eugenio(*13/01/1866) sposato con la brasiliana Luisa Maria Da Silva Reis ha avuto come figli: Maria do Carmo (*1903 † 1984), Flora, Ialina,Yolanda, Paschoalino (*12/06/1904), ed Umberto Luigi Giuseppe, nato a Roma(*12/05/1908); Maria Nicoletta(*1867†  1869); Raffaele Luigi (*20/05/1868 † 22/02/1924) sposato con Maria Del Giudice di Belmonte Calabro con il figlio  Eugenio(*1905); Fortunata Giulia (*09/11/1869); Ernesta (*16/03/1871 † 1883?); Filomena (*18/01/1873) sposata con Salvatore Pierri; Giuseppe Emilio (*05/04/1874) sposato con Caterina Pierri da cui Eugenio (*03/12/1911),Vittorio(*24/05/1917) sposato con Maria Romano (da cui Catia), Adele in Romano (*12/07/1915 † 26/10/2006) ed  Ugo (*18/05/1913 † 19/01/2006) sposato con Teodolinda Sangineto di San Lucido, da cui discenderà il ramo  tutt’ora fiorente in Lombardia con i figli Giuseppe (da cui Alessandro), Roberto (da cui Federico e Luca) e Rosanna.

San Lucido (CS), Antico Palazzo Staffa - Località Rupe

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Notizie tratte da:
- Archivio del Comune di Falconara Albanese, San Lucido, Paterno, Cosenza, Amantea, Napoli, Roma, Benevento, Salerno, Avellino, Reggio Calabria, Milano.
- Archivio della parrocchia di San Michele Arcangelo in Falconara, San Giovanni Battista in San Lucido, Cattedrale di Cosenza, Sant’Anna di Palazzo-Santi Francesco e Matteo-San Marco di Palazzo e San Giacomo degl’Italiani in Napoli (archivio diocesano);
- Cedolario d'Abruzzo;

- Dizionario Storico-Blasonico di Giovan Battista di Crollalanza;
- Rivista del collegio Araldico AA 1914,1926,1936;
- Rivista Storica Calabrese Anno VIII (1900);
- Dal Sebeto al Faro di Cesare Malpica;
- Archivio famiglia Staffa.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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