Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Zurolo |
Questo progetto editoriale, a cura dell’avv. dott.
Gennaro Zurolo, è stato tratto dal volume, in corso
di stampa, dal titolo “Casata Zurolo. Origini e
sviluppo di una famiglia feudale del Meridione
d'Italia”, già pubblicato online sul sito web:
https://www.academia.edu. |
Arma: di rosso, alla banda
cuneata d'oro e d'azzurro.
Titoli: honorabilis (mf.), magnifici e messeri (mf.),
patrizi Napolitani (mf.), patrizi di Giovinazzo (mf.), nobili (mf.),
conti (mf.), cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta
(cfr. decreto 26 maggio 1613, con prove di nobiltà; cfr. decreto
5 febbraio 2003 n. 29582, con prove di nobiltà), cavalieri
dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (cfr. decreto 2
giugno 2022 n. 20164).
Benemerenze civiche: cittadinanza onoraria del Comune di
Angri (cfr. deliberazione di C.C. del 21 giugno 2006 n. 32).
Dimora: Castellammare di Stabia (Napoli), Angri
(Salerno). |
Scultura lignea policroma, sec. XIX,
raffigurante l’antico blasone comitale della famiglia
napoletana Zurolo (ramo di Castellammare di Stabia),
opera di uno scultore napoletano. Questa la descrizione
araldica: di rosso, alla banda cuneata d’oro e
d’azzurro; in capo dello scudo, un elmo argentato con
visiera chiusa posto di tre quarti con collana equestre
della gorgiera, adornato da svolazzi (di rosso, d’oro e
d’azzurro), da un cercine cordonato in banda e da una
corona d’oro (gemmata) dei conti cimata da sedici perle,
sostenute da punte, di cui nove sono visibili; in punta,
una scritta - ZUROLO su lista bifida svolazzante di
azzurro in lettere maiuscole di nero e di oro. |
PREFAZIONE
Famiglia
napoletana di antica nobiltà, ascritta nei Ruoli del
Sovrano Militare
Ordine di Malta, fiorì nobilmente in Napoli
(nei seggi di Capuana e Nido), Crema,
Bitonto e in Giovinazzo ove in conseguenza
della reintegra del 26 giugno 1589 nel “Patriziato
Napolitano”, per il seggio di Capuana, fu annoverata a
quel Patriziato. Feudataria del Regno di Napoli,
rinomata fin dal XIII secolo, che acquistò grande
notorietà negli anni di regno di Giovanna I d’Angiò
(1343-1378), detta anche Zuroli o Zurlo
o Zullo o Capece Zur(o)lo o
Zurolo d’Aprano o Apriano (toponimo campano della
provincia di Caserta che fu uno dei principali feudi di
questa Casata). Diramazione della plurisecolare
stirpe partenopea dei Piscicelli o Piscicello, di
probabile origine bizantina, appellata prima
Ollopisce, ossia “piccolo pesce” che compariva
sovente nello scudo o arme. Difatti le prime notizie
documentate si hanno in Età bizantina nel 977 con un
Liodorus Piscicellus - Leodoro Piscicello già
valoroso milite delle schiere imperiali, che
difendevano le province bizantine, poi generale
nel Ducato di Napoli della cavalleria imperiale di
Basilio II (976-1025) di Bisanzio. Sulle origini di
questo virgulto bizantino, potrebbe egli essere ascritto
all’etnia dei latini, ossia dei militi greci che
venivano in Italia su ordine dell’imperatore e facevano
parte della ristretta nobiltà di corte. Questa famiglia
nel corso dei secoli anche se risulta diversamente
denominata – negli atti archivistici, nelle
annotazioni bibliografiche, nelle epigrafi tombali,
negli armoriali – appartiene allo stesso ceppo
originario napoletano. Tuttavia dal XIV secolo invalse
l’uso del doppio cognome, per il riordino dei seggi
cittadini voluto da
Roberto d’Angiò
(1309-1343), tanto che l’intestata famiglia
nell’aggregarsi al
seggio di Capuana
antepose al suo il cognome Piscicelli o
Piscicello, come era in uso dai raggruppamenti
consortili di famiglie medievali(1).
|
Disegno ad acquerello su carta
pergamenata, raffigurante il blasone della famiglia
napoletana Zurolo,
ramo di Castellammare di Stabia, tratto dall’albero
genealogico |
Disegno ad acquerello su carta
raffigurante un figurino del XV secolo, con armatura
reggente l’arma gentilizia della
famiglia Zurolo, estratto dal volume dal titolo “Il
ritorno di Alfonso d'Aragona dalla guerra d'Otranto”,
a cura di
Filippo Del Buono, Napoli 1850, cartella n. 11 (12, fig.
n. 8: Zurolo, e Generali. |
STORIA
Origini della famiglia e genealogia successoria nel
corso dei secoli
X-XI secolo
Questa famiglia, come innanzi accennato, rappresenta
nella genealogia successoria una diramazione della
stirpe partenopea dei
Piscicelli
o Piscicello, già appellata Ollopisce.
Difatti le prime notizie storiche bibliografiche si
attestano nel 977 con il precitato generale
Liodorus Piscicellus cui in quel frangente si
trovava nel Ducato di Napoli al comando della cavalleria
imperiale, di Basilio II di Bisanzio detto il
Bulgaroctono, che difendeva i confini delle restanti
province dell'Italia meridionale(2). |
Filippo
Ferrari, Lexicon Geographicum in quo Universi Orbis
Urbes, Provinciae,
Regna, Maria, & Fluminarecensentur,
Parigi 1670, frontespizio, pp. 351 e 352: … Zurulum urbs
Thraciae… civitas urbecnia Provinciae. Peloponnesi |
Antonio Fuggeri,
Nicetae Acominati, Choniatae,
Magni Logothetae
Secretorum, Inspectoris
&
Iudicis Veli, Praefecti sacri cubiculi,
Basilea 1557,
p. 309, n. 45 [anni 1117-1203]: … Arcadiopolis,
Mesenae
et Zuruli excidia … Romanorum Balduinus & reliquitres
duces audiuerunt,
nam Comes S. Pauli defunctus, in Manganio monasterio &
Scleraenae Augustae
monimento sepultus erat, statim exercitum mittunt
contra urbes quae
defecerant. Ac Bizyaquidem
&
Zurulum statim sub iugum redierunt. Arcadiopolim.
| INDEX| …
Zurulus urbs Thraciae,
p. 248, n. 40 | Zuruli excidium p. 309, n. 45] … |
FINIS |
Cappella di Santa
Restituta, lapidi murali raffiguranti le insegne o armi
gentilizie dei
Piscicelli, partito Piscicelli-Tomacelli e partito Piscicelli-Caracciolo
|
XII secolo
Nella linea di parentela unilaterale, ossia i parenti
che hanno avuto in comune sin dal XII secolo un solo
ascendente, tal Liodorus Piscicellus, sono presenti:
Leonis Piscicellus, cavaliere nelle guerre contro i
saraceni al servizio di Ruggiero il Normanno nel 1063;
Cesario Piscicellus, cavaliere, nelle guerre contro i
musulmani, al servizio di detto sovrano nel 1063;
Guidotus Zurulus, cavaliere cui prese parte nella prima
spedizione navale genovese per l'Oriente nel 1097,
durante la Crociata del 1096-99; Rolandus Zurulus,
giudice imperiale nel 1163, e inoltre fu console,
incaricato della reggenza, venne inviato in Francia
anche per trattare affari coloniali e militari della
Crociata del 1189-92.
Ebbene ribadire che nel corso dei secoli, questa
famiglia, anche se risulta diversamente appellata (cfr.
documenti archivistici più risalenti, nelle annotazioni
bibliografiche, nelle epigrafi monumentali nonché negli
antichi armoriali)(3)
(4)
(5) (6)
(7)
(8) (9)
(10)
(11)
(12),
appartiene allo stesso ceppo originario(13)
(14)
(15)
(16)
(17). |
XIII-XIV-XV secolo
Ebbene ribadire, che sin dal XIV secolo invalse l'uso
del doppio cognome, per il riordino dei seggi cittadini
voluto dal re Roberto d'Angiò, tanto che l'intestata
famiglia nell'aggregarsi al
seggio di Capuana
antepose al suo il cognome Piscicelli o Piscicello, così
come era in uso dai raggruppamenti consortili delle
famiglie del Basso Medioevo. Questa famiglia godette di
nobiltà in Napoli (ai seggi di Capuana e Nido), in
Crema, in Bitonto e in Giovinazzo laddove fu ascritta a
quel patriziato(18)
(19)
(20). Aveva originaria dimora nel
centro storico di Napoli, e precisamente nell'antico
quartiere Forcella, ove ancora oggi si può ammirare il
palazzo di famiglia con portale (su Via dei Tribunali)
in stile gotico, eretto tra il XIV e XV secolo, da cui
prese nome il Vico, e Vicoletto, dei Zuroli nei pressi
della rinomata chiesa del
Pio Monte della
Misericordia. |
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Napoli (NA), Via dei
Tribunali, Palazzo Zurolo con il portale in stile gotico
sull’omonimo Vico dei Zuroli.
La costruzione dell'edificio, risalente al 1300,
passò poi a Carlo
Capuano,
marchese della Petina |
Palazzo Zurolo,
particolare interno, la scala in piperno a lumaca |
Napoli, Quartiere Pendino, Vico, e
Vicoletto dei Zuroli, lapidi viarie. Questo
antico vicoletto nel 1500
si chiamava Boccapianola, dal cognome di una famiglia
che aveva la proprietà, della quale
si ricorda Matteo Boccapianola, cavaliere dell'Ordine
del Nodo.
(cfr. Gino Doria,
Le strade di Napoli, Napoli 1943, ad vocem, Vico, e
Vicoletto dei Zuroli) |
Il più antico capostipite documentato della casata è,
dunque, Enrico detto anche
Arrigo (*1235 † 1305), discendente del predetto Leodoro
Piscicello, che fu cavaliere, consigliere diplomatico e
familiare di Carlo II d'Angiò (*1285 † 1309), barone del
Regno di Napoli e signore feudale di Aprano o Apriano
(antico villaggio medioevale normanno, oggi frazione
dell’aversano nel Comune di Casaluce in provincia di
Caserta), sposa donna Laudamia
d'Aquino
(21)
(22)
(23)(24)
(25);
Giovanni Giovannello
Piscicello detto Zurolo (*1256 † 1320), figlio del
precedente, consigliere e familiare di
Carlo II d'Angiò,
barone del Regno,
conte di Lecce, viceré che governò il
Principato Citra, già vicario di Gualtieri VI di Brienne,
sposa donna Letizia
Caracciolo;
Berardo o Bernardo (*1289 † 1330), figlio del precedente, patrizio napoletano,
barone del Regno e signore feudale di Aprano (casale di
Aversa), sposa donna Giovanna
Caracciolo
(26)
(27)
(28)
(29)
(30);
Giovanni (*1315 † 1381),
sepolto nel Duomo di Napoli nella basilica di Santa Restituta, figlio del precedente, patrizio napoletano,
signore del feudo di Angri e di altre Terre del Regno
tra cui Sant'Angelo dei Lombardi, Aprano, Andretta,
Fossaceca detta anche Fossacesia, San Marzano sul Sarno,
Startia o Della Startia (antico possedimento feudale,
sito nell’avellinese in Montoro), Campomarano (antico
toponimo derivato da quello di Civitacampomarano) e
Torricella, sposa, in seconde nozze, donna Beatrice di Pontiaco della
Terra d'Otranto, signora dei feudi di Salice (nel Salentino) e Guagnano. Dei fratelli di quest'ultimo,
Giovanni, si ha memoria di Nicola Antonio
(† 1388),
patrizio napoletano, signore di Fossaceca, sposa donna Gaspara
Spinelli
(31)
(32)
(33)
(34),
Giacomo Pietro
(† 1391), signore feudale di Montefalcone nel Sannio,
Martuccio detto anche Martusciello che fu castellano del
castello aragonese di Reggio Calabria nel 1392, e
Marino, patrizio napolitano. |
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Napoli, Duomo, cappella di Santa
Restituta, ciborio in marmo (sec. XV) della famiglia
Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo, intitolata a Santa
Caterina e a Santa Margherita; nella parte superiore del
ciborio: arcata monumentale su cui campeggia uno scudo
contornato da una bordura a scacchi recante tre teste
leonine apotropaiche cui, in chiave simbolica, significa
non solo l’allontanamento dagli influssi
maligni ma anche la forza a protezione, o a guardia, della cappella; nella
parte inferiore del ciborio: il sarcofago romano, che fu
rilavorato e riutilizzato nel ′500, con lastra marmorea
di copertura recante sia le insegne della casata, nelle
sue diramazioni, e sia
l’epigrafe scolpita riguardante il nobile Ascanio
Piscicello († 19-IX-1556), figliuolo primogenito di
Alfonso (signore feudale
di Grottaglie, Lucito e Calcabottaccio) e di Adriana
Tomacelli,
che morì († 1556) quando era ancora adolescente,
fratello
germano di Berardo, Giovanni Battista e di Giovanni Francesco (sp. nel
1570 Adriana
Muscettola
da cui nacque Alfonso
che sp. Felicia Caracciolo, figlia del Principe di Forino D. Ottavio).
Questa l’epigrafe: D.O.M. | ALFONSVS BERARDI
FILIVS COGNOM. PISCICELLVS MORTVS ASCANIO FRATRE OPTIMÆ
| SPEI ADOLISCENTE XVIIII K.
SEPTEMB. MDXLV AC XVII K. AVG. MDXLXVI | IOANNE BAPTISTA
PRIMO FILIO EX ADRIANA
TOMACELLA VXORE | MAIORVM ADICVTAM ET SEPVLCRA VETVSTATE
PENE CONSVMPTA
RESTITVTA | ADDITIS ETIAM FAMILIA HIC INSCVLPTIS ET
SEPVLCRA INSIGNIB. ADVSVM
ET | POSTERIORVM MEMORIAM. |
XV secolo
Arrigo o Enrico († 1407), signore feudale di San
Silvestro (borgo medioevale non più esistente, allora
situato nei pressi di Giovinazzo), Claruncolo (borgo
medioevale non più esistente, nei pressi di Lecce) e
castellano del palazzo de' Mori in Otranto,
barone di Montefalcone
nel Sannio,
Montemiletto,
Cellamare
(ovvero il castello baronale cellamarese) e
Pressano;
Ligorio
siniscalco del Regno,
Bernardo († 1415), I
conte di Montoro,
I
conte di Nusco,
già logoteta e gran protonotario apostolico del Regno,
sp. donna Antonella Caracciolo, da cui Giovanni
detto anche Zurlo (*1382 † 1440), conte (mf.), signore
feudale di Angri e Roccapiemonte, che oltretutto difese
strenuamente la Terra d'Angri nel 1421 dalle soldatesche
di Braccio da Montone (condottiero italiano, meglio noto
come Braccio Forte da Montone), fondatore del convento e
chiesa della Ss. Annunziata di Angri fondata nel 1436,
sp. donna Dalfina Caracciolo, da cui Antonella che sp.
nel 1449 il nobile Francesco
Caracciolo
detto anche Petricone, Francesco († 1449),
fratello del predetto Giovanni, II conte di Montoro e
Nocera, signore
feudale di Solofra, San Marzano sul Sarno e di altre
Terre, già gran protonotario, sp. donna Margherita
Sanseverino,
Salvatore detto Rossillo, III conte di
Nusco, signore feudale di Bagnoli e Cassano Irpino, già
gran siniscalco, sp. donna Marella
Caracciolo del Sole,
Salvatore (*1349 † 1404), I
conte di Sant'Angelo dei Lombardi
e
di Potenza, già
milite regio di Ladislao I e gran siniscalco, sp. donna
Margherita
d'Eboli
(35)
(36)
(37)
(38)
(39). |
Dei vari esponenti rinomati
della casata, per cariche, feudi, privilegi ed onori
ricevuti, si ha memoria:
Giovanni detto anche Giovannello (*1370 † 1424),
figlio del predetto Salvatore, II
conte di Sant'Angelo
dei Lombardi e di Potenza, regio consigliere,
cui infeudato nel 1413 dal
re Ladislao,
già capitano che tra l’altro prese parte alla
liberazione della città dell'Aquila, assediata dalle
soldatesche di Braccio Forte da Montone, sp. donna
Elisabetta Taurisano figlia del signore feudale di
Toritto, Ugo detto Ugolotto e di una nobildonna di casa
Spinelli;
Giacomo († 1453), altro figlio del precitato
Salvatore, che fu signore feudale di Casalaspro (borgo
medioevale angioino della contea di Muro Lucano; ebbene
ricordare che il borgo venne abbandonato definitivamente
dopo il sisma del 1454, e i pochi rifugiati si diressero
presso Pietragalla)(40)
(41),
nonché castellano del castello normanno di Ariano Irpino
e camerario di Giovanna II d'Angiò, sp. donna Francesca
Brancaccio,
da cui Caterina, Beatrice, Pietro, Ettore e Francesco
(† 1480) che fu
barone di Oppido
Lucano e signore feudale di Pietragalla e di
Casalaspro, sp. donna Cassandra Caracciolo, da cui
Lucrezia, Caterina († 1500) e Ughetta; il predetto
Francesco viene oltretutto ricordato quale impavido
capitano che difese la Terra d’Otranto, dove perse
eroicamente la vita, dall'assedio turco nel 1480 (cfr.
Guerra d’Otranto),
nonché fondatore – postumo, insieme a sua figlia
Caterina cui investita dal padre, quando era ancora in
vita, nel titolo ereditario di baronessa di Oppido
Lucano, di Casalaspro e di Pietragalla, signora feudale
di altre Terre del Regno – del convento di Santa Maria
del Gesù detto di Sant'Antonio in Oppido Lucano;
Caterina sp. Mario
Orsini,
conte di Pacentro, da cui ebbe Roberto Orsini; Enrico
detto anche Arrigo (*1410 † 1478), figlio del
precedente Giovanni, patrizio napoletano, signore
feudale di Moliterno e Montefalcone, sp. la nobildonna
Brigida
Miroballo,
figlia del principe di Lettere don Giovanni e donna
Costanza
Abbate. |
Napoli, Duomo, Cappella
di Santa Restituta, particolari del ciborio |
Targhetta metallica
murale con descrizione del ciborio |
Cappella di Santa
Restituta, particolari del sarcofago |
Cappella di Santa
Restituta, particolari esterni del sarcofago recanti una
festa bacchica; nel mezzo: uno scudo
a rilievo raffigurante l’arma gentilizia dei Piscicelli
Zur(o)lo o Zurolo Cappella |
Cappella di Santa
Restituta, lapidi murali recanti le epigrafi/iscrizioni
sepolcrali, relative a taluni membri della casata
Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo, con le sovrastanti insegne
gentilizie, incassate a rilievo nelle mura |
Cappella di Santa
Restituta, lapidi murali e terragne, con le insegne
gentilizie ed epigrafi riguardanti alcuni
esponenti della famiglia Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo,
tra cui Riccardo |
Cappella di Santa
Restituta, sarcofago marmoreo rilavorato e riutilizzato
nel ′300 recante, nella parte superiore, la figura
giacente da cavaliere armato ornata da epigrafe del
nobile capitano Riccardo Piscicello († 15-I-1331).
Opera monumentale del maestro scultore napoletano
Masuccio I |
Cappella di Santa
Restituta, lapide sepolcrale terragna marmorea, in stile
gotico, recante la figura a rilievo da cavaliere
armato di Giovanni Piscicello detto Zurolo (†
30-IX-1381) che fu signore feudale di Angri, Andretta,
Aprano,
Fossacieca, San Marzano, Startia, Campo Romano,
Sant’Angelo e di altre Terre del Regno di Napoli |
Cappella di Santa
Restituta, lapide sepolcrale murale marmorea, in stile
gotico, recante la figura solcata a graffito,
con epigrafe ornamentale, del nobile e regio consigliere
Tommaso Piscicello († 7-XII-1334).
Opera del maestro scultore napoletano Pietro de’ Stefani |
Cappella di Santa
Restituta, particolare del sarcofago romano riutilizzato
e rilavorato nel ′500, del giovane nobile
Ascanio Piscicello († 19-IX-1556, figlio primogenito di
Alfonso e Adriana Tomacelli), recante una festa bacchica
con uno scudo nel mezzo raffigurante lo stemma
gentilizio della famiglia Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo |
Particolari del sarcofago
raffiguranti le insegne della casata Piscicelli Zur(o)lo
o Zurolo nelle sue diramazioni |
Angri (SA), lapide viaria
intitolata al feudatario di Angri il conte Giovanni
Zurolo, 1382 † 1440 |
Angri, Castello, sec.
XIII-XVIII |
Edizione Palio Storico
Città di Angri, momenti della parata medievale e
rievocazione storica |
Angri, chiesa della Ss.
Annunziata, lapide commemorativa di fondazione su cui
campeggia
l’arme della casata Zurolo |
Angri, facciata della
chiesa della Ss. Annunziata, sec. XIII-XV |
Angri, Via Don Minzoni,
lapide oblunga in pietra scura attribuita all’antico
quartiere-Borgo Castello che reca nel centro il
blasone della famiglia napoletana Zurolo ivi attribuito
in virtù delle infrascritte deliberazioni dell’Ente
comunale di Angri. |
Oppido Lucano (PZ),
convento e chiesa Santa Maria del Gesù vulgo di
Sant’Antonio, sec. XV |
Oppido Lucano,
particolari del convento e chiesa Santa Maria del Gesù:
i due portali d’ingresso, di cui uno reca la lapide di
fondazione con iscrizione - FRANCISCO ZVRVLO | FECIT su
cui campeggia l’emblema del venerabile Ordine
Conventuale di Santa Maria del Gesù con monogramma sacro
scolpito raffigurante un disco raggiante, una croce nel
mezzo e con delle lettere - VM poste ai lati
della stessa; l’altro, invece, reca la data postuma
della fondazione MCCCCLXXXII con l’arma gentilizia
scolpita in rilievo,
della casata, posta nel mezzo. |
Oppido Lucano, convento e
chiesa Santa Maria del Gesù vulgo di Sant’Antonio, ove
all’interno si conservano due affreschi, di
cui uno raffigura da cavaliere armato il feudatario di
Oppido nonché fondatore del complesso conventuale
Francesco Zurolo,
sp. donna Cassandra Caracciolo, morì l'11-VIII-1480 in Otranto ove fu
valoroso capitano-Martire d’Otranto durante la cruenta
battaglia contro l’esercito Ottomano e l’altro
rappresenta, invece, sua figlia in abiti da nobildonna
che si prostra al Cristo
benedicente, Caterina Zurolo (†1500), baronessa di
Oppido, Pietragalla e Casalaspro, sp. Mario Orsini,
conte di Pacentro,
da cuiVirginia che sp. Giovanni Berardino Morra nel 1508, e Roberto Orsini
(cfr. Giuseppe Greco, Oltre la memoria.
Momenti di vita della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo in
Oppido Lucano, Lavello 1998, p. 255). |
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Giovinazzo (BA), palazzo
di messer Francesco Zurolo, che fu giudice degli
italiani nella famosa
Disfida di Barletta, con loggia munita di bifora e
portale su cui campeggia il blasone, sec. XV-XVI |
Giovinazzo, Via Gelso,
palazzo (edificato nel 1577) di Nicola Antonio detto
Colantonio Zurolo o Zullo o Capece Zur(o)lo,
avo del predetto fra′ Giovanni †1673 che fu
cavaliere
gerosolimitano, ovvero cavaliere di Malta |
Giovinazzo, Duomo, grande
lapide sepolcrale terragna recante la figura giacente in
rilievo, da cavaliere armato ornato da due scudi
raffiguranti lo stemma della casata con sottostante
epitaffio, del nobile capitano Enrico Zurolo detto anche
Zurlo († 1542) |
Aversa (già provincia di
Caserta, ora di Napoli), convento e chiesa Ss.
Annunziata, sarcofago marmoreo, a figura intera da
cavaliere armato con sottostante epigrafe incisa del
nobile Luigi Zurolo detto anche Zurlo (†
19-IV-1546).
Opera monumentale del maestro scultore Giovanni
Marigliano detto Merliano da Nola, che fu l’artefice di
un’altra grandiosa opera,
ovvero il sarcofago di Guido Fieramosca, fratello
germano del famoso capitano della
Disfida di Barletta
il nobile Ettore Fieramosca (1476 † 1515) |
Solofra (AV), collegiata
San Michele Arcangelo, grande lapide murale marmorea
incisa, ornata da scultura a stucco
di bianco raffigurante degli ampi cartigli tra cui lo
stemma civico di Solofra coronato posto nel mezzo,
con dedicatoria al feudatario di Solofra Ercole Zurolo
(† 1535), apposta nell’anno giubilare del 1750 |
XVI secolo
Dal matrimonio dei precitati don Enrico Zurolo e donna
Brigida
Miroballo,
nacque l’infrascritto messer Francesco (*1447 †
1505), nobile, valoroso capitano, giudice della “Disfida
di Barletta” del 13 febbraio 1503, morì e fu
sepolto nella cattedrale di Giovinazzo, e precisamente
nel sepolcreto di messer Angelo
de Ritiis,
padre della moglie, sp. la nobildonna giovinazzese
Geronima de Ritiis, da cui Enrico (*1479 †1542),
nobile, cavaliere, fu sepolto nella cattedrale di
Giovinazzo, sp. donna Giovannella Vulpano; Nicola
Antonio (*1490 † 1550), nobile, sp. una nobildonna
di casa Mansola (borgo medioevale, che fu poi inglobato
in quello di San Silvestro delle Arcelle); Bartolomeo
Pietro detto Pietro, fratello germano del predetto
Francesco, nobile, capitano, già condottiero di gente
d'armi, sindaco del sedile dei
nobili di Giovinazzo
nel 1499, sp. la nobildonna giovinazzese Romana Turcolo.
Lorenzo detto Renzo († 1512), fu sepolto in
Giovinazzo, fratello del precedente, nobile,
luogotenente (al servizio di don Innico Lopez) nonché
capitano a guerra (ovverosia capitano di truppe chiamato
alle armi solo in caso di guerra) per il
sedile di Capuana,
sp. la nobildonna giovinazzese Giacoma
Orsini
dei conti di Pacentro; Giacomo (*1485 † 1539),
figlio del suddetto Francesco, nobile, patrizio
napoletano, già capitano di fanti, protontino (carica
che, nel Regno di Napoli, suppliva quella del grado di
ammiraglio sia in età normanna sia in età angioina e sia
in età aragonese) di Giovinazzo, sp. la nobildonna
giovinazzese Francesca de Planca, figlia di Leone che
fra l'altro occupò in Giovinazzo la predetta regia
carica di protontino, da cui Francesco Geronimo
detto Francesco (*1523 † 1575), nobile, capitano di
fanti in
Terra d’Otranto,
procuratore e protettore del monastero benedettino in
Giovinazzo, con annessa chiesa di San Giovanni Battista,
sp. la nobildonna giovinazzese Lucrezia Morola, figlia
di Giovanni Battista; Geronimo (*1533), diacono
del vicario foraneo di Giovinazzo; Nicola Antonio
detto Colantonio (*1535 † 1587), nobile, patrizio di
Giovinazzo, dottore in utroque iure, sp. la nobildonna
giovinazzese Minerva Morola, figlia di Giacomo e Maria
Labini, da cui Giovanni Giacomo (*1569), nobile,
Francesco (*1571), Giulia (*1575), madre
badessa di detto monastero delle benedettine, e
Beatrice (*1577).
|
XVII-XX-XXI secolo
Francesco Zurolo, cognominato anche
Capece Zur(o)lo
(*1571 † 1628), figlio del predetto Colantonio, sepolto
in Giovinazzo, nobile, patrizio napoletano, preposito (o
dignitario) di Giovinazzo cui, come innanzi detto,
riuscì a riaggregare, grazie anche all'aiuto del proprio
genitore (Colantonio), la sua famiglia all'antescritto
sedile napoletano di
Capuana, per diritto di successione (in linea
paterna, ai cugini), tanto che antepose, anche se per un
breve periodo, al suo il cognome
Capece
donde la reintegra in detto patriziato avvenuta il 26
giugno 1589, sp. la nobildonna giovinazzese donna
Lucrezia Chiurlia, figlia di don Simone e donna Olimpia
Passeri; Giacomo Carlo (*1601 † 1656), sepolto in
Napoli, nella chiesa di Santa Caterina a Formiello,
figlio dei precitati don Francesco e donna Lucrezia
Chiurlia, dottore in utroque iure, sp. la nobildonna
giovinazzese donna Antonia Chiurlia, figlia di don
Arturo e donna Camilla
Pascale,
da cui Francesco (*1626) che fu sindaco di
Giovinazzo nel 1685, Lucrezia Maria (*1627) che
sp. don Alfonso Giravola, Giuseppe Antonio
(*1629) da cui discende il ramo documentato di Baranello
del ministro del Regno delle Due Sicilie il conte (mp.)
Giuseppe (*1757 † 1828), Giovanni Lorenzo
(*1634) sp. nel 1673 (2°) una nobildonna, patrizia di
Sorrento, la duchessa Anna Maria
Anfora,
Giovanni Zurolo detto anche Giovanni Capece Zur(o)lo
(*1602 † 1673), figlio dei predetti don Francesco e
donna Lucrezia Chiurlia, nobile, cavaliere
gerosolimitano - fra' Giovanni, ricevuto nell'Ordine
di Malta nel 1613, occupò le alte cariche di
balì e di ammiraglio della religione gerosolimitana
(oggi, Sovrano Militare Ordine di Malta) nel 1670-1671.
Giovanni Battista Maria, nato in Giovinazzo nel
1549 e morì a Castellammare di Stabia nel 1590 ove fu
sepolto nella cattedrale di Ss. Maria Assunta e San
Catello, figlio dei predetti don Francesco e donna
Lucrezia Morola, nobile, patrizio di Giovinazzo e
signore di Larino ove possedeva beni stabili, sp. l'honorabilis
(ovverosia onorevole, degna di onore o di lignaggio
elevato o di nobile stirpe) donna Elisabetta Donnarumma,
figlia di don Giovanni Battista, signora delle Franche
(frazione napoletana di Pimonte, da cui Lucrezia
(*1570 † 1644) che sp. l’honorabilis don Giuseppe
Longobardo, Nicola o Niccolò (*1572), Pasquale
(*1574), Andrea Giovanni (*1585), Giovanni o
Giovannello (*1588) e Agostino (*1576 † 1642)
che fu tra l’altro confratello e benefattore della
confraternita del Ss. Corpo di Cristo (cui si aggregò
successivamente alla confraternita di Santa Maria del
soccorso e della Beata Vergine e San Nicola al Molo nel
1746, riedificando la cappella dei marinai nella chiesa
di Santa Croce sotto la protezione di San Vincenzo
Ferreri e Sant'Ireneo di Lione) in Castellammare di
Stabia ove sp. (2°) nella predetta cattedrale nel 1608
donna Maria Dianora detta Dianora Donnarumma (*1590 †
1639), figlia di don Giuseppe e donna Adriana Cuomo, da
cui Domenico Francesco (*1620 † 1682) che sp. (2°) in
detta cattedrale nel 1667 donna Cecicilia Longobardo (†
post 1677), figlia di don Agostino e donna Rebecca
Varvella, da cui Vincenzo Agostino Nicola (*1576
† 1642) che sp. in detta cattedrale nel 1695 donna Anna
Buonocore
(*1671 † 1737), figlia di don Francesco e donna Grazia
Mannino, da cui Domenico Sabato Agostino (*1699 † 1764)
che sp. in detta cattedrale nel 1722 donna Vincenza
Damiano (*1702 † 1779), figlia di don Orazio e donna
Angela
Rota, da
cui Nunziante Angelo (*1733 † 1782) che sp. in
detta cattedrale nel 1753 donna Beatrice Cecilia
di Capua (*1731 † post 1777), figlia di don
Carlo e donna Rosa Di Lucia, da cui Luigi Giovanni
(*1763 † 1820) che sp. in detta cattedrale nel 1785
donna Teresa Criscuolo (*1768 † 1793), figlia di don
Saverio e donna Dorotea Pezzella, da cui Nunziante
Giuda Diodato (*1788 † 1855) che sp. in detta
cattedrale nel 1823 donna Maria Rosa Di Martino (*1796 †
post 1828), figlia del regio procuratore don Giuseppe e
donna Francesca Damiani, da cui Giuseppe Luigi
Luciano (*1824 † 1875) che sp. in Castellammare di
Stabia nella chiesa di San Matteo Apostolo nel 1848
donna Anna detta Marianna Cardone (*1827 † 1867), figlia
di don Crescenzo o Vincenzo e donna Carminia Trama, da
cui Giuseppe (*1861 † 1920) che sp. in detta
cattedrale nel 1884 donna Maddalena Iardino (*1862 †
1930), figlia di don Domenico e donna Fortunata Vivo, da
cui Domenico (*1891 † 1985) che sp. in Capua
(Caserta) nella chiesa di San Giuseppe nel 1918 donna
Angela
Guarino
(*1897 † 1948), figlia di don Pasquale e donna Maria
Farina,
da cui Carmine (*1929 † 2000) che sp. in
Castellammare di Stabia nella chiesa di San Gioacchino
nel 1955 donna Rita Tavella (*1934 † 1984), figlia del
cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto (cfr. decreto
di conferimento dell’onorificenza del 25 giugno 1971, n.
d’Ordine 24147) Gennaro (*1898 † 1976) e donna
Annunziata Beatrice Altomare (*1901 † 1981), da cui
Angelo (*1956) che sp. (2°) Isabelle Anne Genevieve
Liger (da cui Carmine Pierre Henri Angelo Zurolo
*2001 in Toulouse - Francia), Rosanna (*1967) che
sp. Giovanni di Dio Celoro (da cui Filomena *1994 e Rita
Celoro *1997) e Gennaro (*1959), attuale
rappresentante del ramo principale documentato della
casata, che sp. (2°) in Castellammare di Stabia la
dott.ssa Maria Giovanna Apuzzo (*1962) in Angri
(Salerno), figlia di don Francesco o Franco e donna
Carmela Parlato, da cui Enrico (*2009) in Santa
Maria Capua Vetere (Caserta)(42)
(43)
(44)
(45)
(46). |
Arma gentilizia
attribuita al cavaliere gerosolimitano Giovanni Capece
Zurolo (1602-1673). Questa la descrizione araldica:
di rosso, alla banda d’oro con sottostante croce
ottagona di bianco ornata da collare; al capo di rosso
caricato
da una croce piana di bianco (cfr. Enzo Filomena,
ibidem, p. 153; Archivio Nazionale di Malta,
ibidem, manoscritto AOM 4190) |
Della prefata successione genealogica della casata,
l’ultima generazione, di cui al ramo principale risiede
oggi:
nel napoletano a Castellammare di Stabia e nel
salernitano ad Angri. |
Sigillo-matrice, in
ottone, recante l’arma comitale della famiglia
napoletana Zurolo
(ramo di Castellammare di Stabia), opera di un incisore
napoletano del sec. XIX |
Altri personaggi della casata di cui si ha memoria:
Giovanni, conte, signore feudale della Terra
d’Angri nel XIV secolo e di altre Terre del Regno, tra
cui Sant'Angelo, Aprano, Andretta, Fossacesia, San
Marzano sul Sarno, Della Startia, Civitacampomarano e
Torricella; morì in Napoli nel 1381 ove fu sepolto nel
Duomo di Napoli, navata sinistra, nella cappella di
famiglia in Santa Restituta che oggi più non esiste.
Giovanni, conte, signore feudale della Terra
d’Angri che difese strenuamente, durante l'assedio del
1421 dalle soldatesche di Braccio da Montone al comando
di
Alfonso V d'Aragona,
nonché fondatore (A.D. XXVI Luglio 1436) del convento e
chiesa della Ss. Annunziata di Angri.
Francesco,
barone di Oppido
e signore feudale di Pietragalla e di Casalaspro,
capitano di fanti che difese valorosamente Otranto,
durante
l'assedio del 1480
dei turchi al comando del Gran Visir Agomat Pascià,
nonché fondatore (A.D. MCCCCLXXXII - anno 1482, data
postuma di fondazione) del convento e chiesa di Santa
Maria del Gesù vulgo di Sant'Antonio in Oppido Lucano.
Francesco, nobile, giudice degli Italiani nella
celebre “Disfida
di Barletta”, scontro tenutosi il 13 febbraio
1503, tra soldati italiani e soldati francesi.
Giovanni Battista Maria, nobile, signore della
Terra di Larino in cui aveva beni stabili,
patrizio di
Giovinazzo nel XVI secolo, capostipite del
ramo principale napoletano documentato di Castellammare
di Stabia.
Giovanni, nobile, cavaliere gerosolimitano,
ricevuto nell'Ordine
dei Cavalieri di Malta il 26 maggio 1613,
occupò le cariche di balì e di ammiraglio della
Religione Gerosolimitana negli anni 1670-1671.
Giuseppe, conte (mp.), ministro del Regno delle
Due Sicilie, (*Baranello, 1757 † Napoli, 1828).
Gennaro, Castellammare di Stabia *1959, nobile (mf.),
esponente del ramo principale napoletano documentato di
questa casata, cavaliere del Sovrano Militare Ordine di
Malta (S.M.O.M.), cavaliere dell'Ordine al Merito della
Repubblica Italiana (O.M.R.I.), insignito
dell'onorificenza dal Presidente della Repubblica
Italiana Sergio Mattarella con decreto di conferimento
del 2 giugno 2022 (pubblicato in G.U. del 26 luglio
2022, Anno 163°, n. 173, p. 104), cittadino onorario del
Comune di Angri (SA), insignito nel 2010 del "Premio
Città di Angri" per la categoria Cultura e Letteratura,
avvocato, dottore - magistrato on. Tribunale di Napoli,
socio ag. dell'Associazione Nazionale Magistrati
(A.N.M.), studioso di Storia Patria e libero
ricercatore, membro della Società Napoletana di Storia
Patria (S.N.S.P.), autore di svariati saggi a carattere
storico e religioso tra cui il volume dal titolo: "Signa
et Insignia. Fonti per la Storia del Notariato a
Castellammare di Stabia (Secoli XIII-XIX)",
pubblicato nel 2014, recensito inoltre nell'Editoriale
"Cultura e Territorio - Rivista di Studi e Ricerche
sull'Area Stabiana e dei Monti Lattari", nuova serie
I-2019, p. 170 (cfr. OPAC SBN - Catalogo Collettivo
delle Biblioteche del Servizio Bibliotecario Nazionale). |
Armi gentilizie del ramo
di Baranello
Cfr. Gaetano Montefuscoli, ibidem; Archivio privato
famiglia Zurolo, atti e documenti di Giuseppe Zurlo la
cui ascendenza
collegata al ramo di Giovinazzo, cfr. albero genealogico
famiglia Zurolo; Archivio di Stato di Napoli Archivio di
Stato di
Napoli, fondo Amministrazione generale della Cassa di
Ammortizzazione, ibidem, lettere L-Z, busta 46, f. 419,
tomo I, f. 2/n. 2, Maggiorasco del 25 marzo 1811, busta
46, f. 393; cfr. Vincenzo Amorosi e Gaetano Damiano,
Stemmi di Murat, titoli e nobiltà del Regno di Napoli,
Torre del Greco, p. 132. |
Ritratto di Giuseppe
Zurlo, Ministro del Regno delle Due Sicilie, 1759 † 1828
(Incisione elaborata tratta da “L’omnibus pittoresco”
del 1839) |
Ritratti dei fratelli
Giuseppe e Biagio Zurlo, 1755 † 1835
Da sinistra: copia opera pittorica, a cura di Domenico
Marrazzo da Casandrino, la cui originale si conserva in
Napoli,
Museo di San Martino, attribuita a Costanzo Angelini,
1760-1853, laddove la copia si conserva presso
l’intestata
famiglia Zurolo; opera pittorica di autore ignoto del
XIX secolo raffigurante Biagio detto anche Biase, già
Visitatore economico del Contado di Molise e Capitanata
nel 1799, poi Intendente provinciale nel 1810. |
Baranello (CB), scorcio
Largo conte Zurlo, già Largo Zullo, palazzo Zurlo, sec.
XVII; facciata della chiesa San Michele Arcangelo
con antistante busto scultoreo in bronzo, raffigurante
l’illustre cittadino di Baranello il conte Giuseppe
Zurlo, realizzato
nella seconda metà del secolo XIX dall’artista molisano
Giuseppe Calgione. |
Archivio Sant’Anna di
Nocera Inferiore (SA), Platea, frontespizio e
imbreviature (p./f. 17v) tra cui il documento
pergamenaceo, Diploma Reale di Giovanna II d’Angiò del
26 giugno 1428, rilasciato a Napoli in Castel Capuano
il 31 agosto di detto anno, p. 17, concernente il
feudatario della Terra d’Angri D. Giovanni Zurolo. |
Archivio di Sant’Anna di
Nocera Inferiore, particolare dell’imbreviatura di
documento
pergamenaceo del 26 giugno 1428 |
Archivio Curia
Generalizia Domenicana di Santa Sabina in Roma, Series
XIV, Liber A, pars seconda, f.306r., imbreviatura
del documento pergamenaceo-atto di fondazione del
convento e chiesa della Ss. Annunziata di Angri
riguardante
il feudatario della Terra d’Angri D. Giovanni Zurolo; l’atto-istrum.
seu donatione redatto in Angri, il 26 luglio 1436
innanzi la maggiore chiesa di San Giovanni Battista, dal
notaio Luca d’Andretta che aveva curia in detta
Terra d’Angri nell’odierna Via Ardinghi. |
Archivio Badia di Cava
de’ Tirreni (SA), Liber familiarum Abazia Cavensis, sec.
XVII, regesto del manoscritto n. 232, p. 481: Zurulo [Zurolo]|
… Giovanni Berardino Zurlo Conte di Montoro, Isabella
Carafa moglie, Giacomo figlio primogenito, anno 1530 …
Signore Girello Zurulo di Napoli Milite, Dignitario di
Corte incaricato ad amministrare la Real Casa d’Angiò |
Regio Siniscalco |
Anno 1349 … Siniscalco | Signore Francesco Zurulo Conte di Montoro, Gran
Siniscalco del Regno di Napoli e Membro del
Regio Collateral Consiglio | Signore Guido Zurulo dona
dei suoi cavalli al Re Ferdinando … Anno 1467 … | … lo
stesso
Antonello … Berardino Pulde | rico Capitano … Guidone
Zurulo … | Ligorio Zurulo di Napoli Logoteta … Membro
del
Regio Collateral Consiglio … Regina Giovanna I d’Angiò
Anno 1370 … in | Quisisana, Castellammare di Stabia,
viene
rilasciato da detta Sovrana un Diploma per il Magnifico
Signore Ligorio Zurulo di Napoli milite, Logoteta,
Protonotario |
del Regno, Membro del Regio Collateral Consiglio, in
fede Anno di Nostro Signore 1370, giorno 27 Agosto VIIIª
Indizione, Regno di Giovanna I. |
Archivio Nazionale di
Malta, manoscritto AOM 4190, p. 85: a. 1451 … Joanne
Zurolo de Neap. …
Bernardo Zurolo Comite Nucerie et Montis Auri … Russillo
Zurolo … Castris Monti Falconi. |
Francesco Scandone,
Andretta nella Storia, in <Quaderni/1>, capitolo III,
Atti delle Prime Giornate Storiche Andrettesi, Andretta
18-19 agosto 1986, Associazione Pro-Loco, Andretta 1988,
pp. 33 e 34: … subito dopo egli si recò con le sue
milizie in Abruzzo per combattere al fianco di Muzio
Attendolo Sforza contro Braccio da Montone … il Conte di
S. Angelo de’ Lombardi [Colantonio] si portò in Ortona
dove iniziò … anno [1464] … lo [IV] Conte di S. Angelo
Zurolo in Ortona; cfr. Santo Parente di Cotignola,
Dizionario anagrafico dei Condottieri di ventura in
<sito web> ed. 2013, anno 1464; area attività: Abruzzi e
Campania; azioni [militari] intraprese e altri fatti
salienti: … alla guardia di Ortona, sa’ da Francesco [Riccardi]
da Ortona che il Conte di Sant’Angelo ha iniziato delle
pratiche per defezionare nel campo avverso; irrompe nel
Palazzo del Signore della Città, dove alloggia
Colantonio Zurolo e lo ammazza a letto; i suoi seguaci
sono uccisi e le loro robe sono preda degli sforzeschi.
Subito dopo passa a Benevento. |
Archivio Diocesi di
Giovinazzo, Libro I dei Battezzati-QVINTERNVS
(1508-1557), copertina in cuoio con
frontespizio a colori recante immagine miniata, incipit,
arma e atto di battesimo. |
Archivio Diocesi di
Giovinazzo, Libro I dei Battezzati, f. 38v, atto di
battesimo di Francesco Geronimo Zurolo del 19 ottobre
1523:
…il giorno 19 dello stesso mese, di lunedì, fu
battezzato Francesco Geronimo, per mano di Don Antonio
Nicola [De] Filio, figlio
del Nobile Giacomo Zurolo, i Compadri furono Don Donato
detto Lupo, Don Nicola De Magnifica e Agostino Gilao, e
altri;
in calce, l’arma gentilizia della famiglia Zurolo. |
Archivio Diocesi di
Giovinazzo, Libro I dei Battezzati, f. 123r, atto di
battesimo di Giovanni Battista Maria Zurolo
(capostipite del ramo, in successione genealogica, di
Castellammare di Stabia - Napoli) dell’8 febbraio 1543:
il giorno
8 del detto mese, Giovanni Battista Maria, figlio di Don
Francesco Zurolo, fu battezzato per mano di Don Giovanni
Antonio De Guido, i Compadri furono Don Raffaele Cingaro,
Giacomo Morula e Vincenzo De Andrisico. |
Archivio Diocesi di
Giovinazzo, particolare dell’atto di battesimo di
Giovanni Battista Maria Zurolo
dell’8 febbraio 1543 |
Archivio Cattedrale di
Giovinazzo, stralcio della pergamena n. 899 del 10
gennaio 1550, contenente la disposizione testamentaria
di Francesca de Planca del 10 gennaio 1550: …
Franceschella de Planca vedova del Magnifico Don Giacomo
Zurolo di Napoli …
Nomina eredi universali i Nobili figli Francesco e
Nicola Antonio Zurolo; in calce, signum notarile con
sottoscrizioni
e firme sia del notaio sia delle parti e sia dei
testimoni presenti: Io Cola Antoni Zullo [Zurlo/Zurolo]
testimonio. |
Archivio Capitolo
Giovinazzo, stralcio pergamena n. 1018 del 5 gennaio
1565, contenente la disposizione, per la celebrazione di
messe in suffragio, del magnifico Nicola Antonio Zurulo:
… Giovinazzo, il Magnifico Nicola Antonio Zurulo [Zurolo/Zurlo/Zullo]
di Napoli, Cittadino di Giovinazzo, assegna al Capitolo
della Cattedrale di Giovinazzo un anno e perpetuo censo
… con il peso della
celebrazione di messe in suffragio di Don Giacomo Zurulo
suo padre; in calce, signum notarile con sottoscrizioni
e firme sia del notaio sia delle parti e sia dei
testimoni presenti. |
Archivio di Stato di
Napoli, Fondo Notai ‘500, ff. 50v, 51r e 51v, capitolo
matrimoniale del 23 settembre 1569 redatto per
l’Honorabilis Lisabetta [Elisabetta] Donna. [rumma] e
Messer Joanne [Baptista Maria] Zullo [Zurlo/Zurolo];
presenti
alla rogazione, dell’atto notarile, in qualità di
testimoni i seguenti signori: ... Francesco de Rogatis
Giudice annale [U.I.D.],
Magnifico Giovanni Geronimo de Masso [U.I.D.], Nob.
Francesco Censone, Nob. Marino Censone, Nob. Giovanni
Angelo de Nocera [Cavaliere Gerosolimitano], et Luca de
Cataldo [Nob.] ...; scrittore o rogatario: notaio Andrea
d’Eboli. |
Archivio di Stato di
Napoli, Fondo Notai ‘500, ff. 81r e 81v, atto-instro.
[mento] del 5 febbraio 1570 redatto per l’Honorabilis
Lisabetta [Elisabetta] Donna. [rumma] e Messer Joanne [Baptista
Maria] Zullo [Zurlo/Zurolo]; scrittore o rogatario:
notaio Andrea d’Eboli. |
Archivio di Stato di
Napoli, fondo Notai ‘500, Scheda n. 466, protocollo n.
2, ff. 203r e 203v, atto-quietatio del 18 agosto 1591
redatto in presenza dell’Honorabilis Joseph [Giuseppe]
Longobardo, marito dell’Honorabilis Lucrezia Zullo
[Zurlo/Zurolo],
per l’Hon. Elisabetta Donnarumma e Niccolò [Nicola]
Zullo [Zurlo/Zurolo]; scrittore o rogatario: notaio
Marcello de Rosa. |
Archivio Storico Comunale
di Castellammare di Stabia (NA), fondo Museo, serie d’Aiello,
vol. XII, copertina pergamenacea, f. sciolto,
trascrizione di atto-istanza di supplica del 23 luglio
1596 per [l’Honorabilis] Elisabetta Donnarumma, vedova
di [del nobile] Giovanni [Battista Maria] Zullo [Zurlo/Zurolo]:
… Elisabetta Donnarumma de la città de Castell’amare de
stabia vidua relicta del q.m Ioanne
Zullo Nobile de la città de Jovenazzo, serva de V.ra
Ex.tia fa intendere come dicto Joanne per alcuni
soinegotij se retrova padrone
di uno stabele … posto in dicta Civitate de Castell’amare
in loco ubi dicitur la Caperrina quale stabele fu dal
med. mo Joanne
comprato nel 1567 doppo di esser venuto ad habitare da.
la terra di Larino in dicta Città de Castell’amare de
stabia. |
Archivio Parrocchia
Cattedrale di Castellammare di Stabia, Libro I dei
Battesimi (1575-1590), copertina pergamenacea, f. 15r,
atto di battesimo di [del nobile] Agostino Zullo [Zurlo/Zurolo]
del 12 novembre 1576: il giorno XII di novembre 1576 io
don Ferrante
Coppola [Canonico Arcidiacono, Vicario Generale] ho
battezzato il figliolo del Signor Giovanni [Battista
Maria] Zullo
[Zurlo/Zurolo] patrizio della Città di Giovinazzo e
della Signora Elisabetta Donnarumma chiamato Agostino e
l’ha tenuto
nel Battesimo il magnifico Francesco
Coppola. |
Archivio di Stato di
Napoli, fondo Notai ‘500, Scheda n.197, protocollo n.
34-35, copertina pergamenacea, f. 129v, capitolo
matrimoniale del 26 giugno 1608 rogato per Dianora
[Maria Dianora, figlia di Giuseppe e Adriana Cuomo]
Donnarumma
e [il nobile] Agostino Zullo [Zurlo/Zurolo]; scrittore o
rogatario: notaio Paolo Fedele. |
Archivio Parrocchia
Cattedrale di Castellammare di Stabia, Libro I dei
Matrimoni (1599-1634), copertina pergamenacea e f. 7v,
atto di matrimonio di [del nobile] Agostino Zullo
[Zurlo/Zurolo] e Dianora [Maria Dianora] Donnarumma del
14 dicembre
1608: … il giorno 14 di dicembre 1608 Io don Gaspare
de Marinis
[canonico curato] ho solennizzato il matrimonio tra
Agostino
Zullo dinanzi la Chiesa giusta forma S.C. e Dianora
Donnarumma presenti il canonico Bartolomeo Longobardo,
il canonico Francesco Mosca, Adriana Sbana, e altri. |
Catello Parisi, Cenno
Storico - Descrittivo della Città di Castellammare di
Stabia, Firenze 1842, frontespizio, p. 99:
MATRIMONI NOBILI: ... Zurolo. |
Ottavio Beltrano,
Descrittione del Regno di Napoli, Napoli 1671,
frontespizio, p. 22: FAMIGLIE NOBILI DE’ SEGGI /
della fedelissima Città di Napoli. | Armi del Seggio di Capuana. …
Famiglie nobili del Seggio di Capuana … Zuroli. |
Filippo de Fortis -
Ludovico Antonio Muratori, Raccolta delle vite, e
famiglie degli uomini illustri del Regno di Napoli per
il Governo Politico, Milano 1755, pp. 122 e 134: Filippo
Zurolo Napoletano sotto Re Roberto nel 1317…; Dal 1630
al 1640
furono Giudici … Giacomo Capece Zurolo Patrizio
Napoletano |
Copertina pergamenacea
recante lo stemma comitale e sottostante iscrizione -
Liber familiae Zurolus, sec. XVII
(Archivio Privato Famiglia Zurolo) |
Archivio e Biblioteca
Magistrali del Sovrano Militare Ordine di Malta,
famiglia Zurolo in atti del processo nobiliare, Linea
genealogica ascendentale semplificata di fra′ Giovanni
Capece Zurlo
o Zurolo, f. 1r (segue linea genealogica di Giovanni
n. 1315 ca. † 30 settembre 1381, sp. Beatrice di
Pontiaco, conte di Sant’Angelo, signore di Angri,
Andretta, Fossaceca,
Aprano, Santo Marzano) |
Archivio e Biblioteche
Magistrali del Sovrano Militare Ordine di Malta,
famiglia Zurolo in atti del processo nobiliare, Linea
genealogica ascendentale, ibidem, f. 1v (segue linea
genealogica di Giacomo n. 1485 ca. † 1562 ca., sp.
Francesca detta
Franceschella de Planca, nobile, capitano di fanti,
protontino di Giovinazzo, da cui Nicola Antonio e
Francesco Geronimo
continua la linea genealogica napoletana, di
Castellammare di Stabia, con il capostipite Giovanni
Battista Maria nato
l’8 febbraio 1543 in Giovinazzo e morto nel 1590 a
Castellammare di Stabia ove fu sepolto in cattedrale). |
Archivi e Biblioteche
Magistrali del Sovrano Militare Ordine di Malta,
famiglia Zurolo in atti del processo nobiliare, Linea
genealogica ascendentale …, ibidem, f. 2r (cfr. linea
genealogica del predetto Giacomo da cui Giovanni, nato a
Giovinazzo
il 28-7-1602 † 31 dicembre 1673, cavaliere
gerosolimitano, ricevuto nell’ordine il 26-5-1613, balì
di Santo Stefano di
Monopoli eletto verso il 1670-71, e ammiraglio della
religione gerosolimitana). |
Albero genealogico
famiglia Zurolo (Per gentile concessione
dell’infrascritto esponente il ramo di questa casata)
|
Armi gentilizie di cui i
quarti genealogici secondari, inerenti all’infrascritto
esponente della famiglia Zurolo, in atti
del processo nobiliare - S.M.O.M.; da sinistra: Zurolo,
Tavella,
Guarino,
Altomare. |
Diploma, con medaglietta
in bronzo e nastrino tricolore datata al retro 1917 “PER
LA GVERRA REDENTRICE | la Famiglia
Zurolo | DONÒ ORO ALLA PATRIA”. Diploma Ricordo, con medaglie di cui una
in bronzo e l’altra in argento, con fascetta
datata 1866, raffigurante il re Vittorio Emanuele II,
del 29 maggio 1911 rilasciato in Napoli a Giuseppe
Zurolo *1861†1920
a Castellammare di Stabia |
Carmine Zurolo,
Guardiamarina, 1929 † 2000
(San Benedetto del Tronto, Ormeggio Comando Militare
Marittimo, anno 1949) |
Carmine Zurolo,
Guardiamarina
(Brindisi, Ormeggio Comando Militare Marittimo, anno
1951) |
S.M.O.M. - Sovrano
Militare Ordine di Malta, Gran Priorato di Napoli e
Sicilia
(Relazione del Consultore Araldico, famiglia Zurolo e i
quarti genealogici secondari, p. 1-2) |
S.M.O.M. - Sovrano
Militare Ordine di Malta, Gran Priorato di Napoli e
Sicilia
(Relazione del Consultore Araldico, famiglia Zurolo e i
quarti genealogici secondari, p. 2-2) |
Don Carmine Zurolo,
1929†2000, e donna Rita Tavella, 1934 † 1984
(Castellammare di Stabia, foto d’epoca, anni ’60) |
Giuseppe D’Angelo,
Editoriale dal titolo “Storia di Stabia. Dalle origini
ai giorni nostri”, in L’Opinione di Stabia,
Castellammare di Stabia (NA), anno IV, n. 44, dicembre
2000, frontespizio in b/n, p. 1; stemma comitale in b/n
degli Zurolo di Castellammare di Stabia, p. 13; cfr.,
sito web: wwwliberoricercatoreit |
Castellammare di Stabia,
scorcio Largo Caporivo nel XIX secolo, al centro
dell’immagine, tratta da un disegno a china su carta
di Achille F. P. Gigante del 1845, si osserva imponente
la Casa palazziata dei Zurolo, eretta intorno alla
seconda metà del
XVI secolo, che oggi più non esiste (cfr. Archivio di
Stato di Napoli, fondo Notai ‘500, Scheda n. 161,
protocollo n. 5,
notaio Andrea d’Eboli, atto rogato in data 23 settembre 1569, ff. 50v, 51r
e 51v). |
_________________
Note:
(1) - Gennaro
Zurolo, Casata Zurolo. Origini e sviluppo di una
famiglia feudale del Meridione d'Italia, cap. I, pag. 21
(in corso di stampa), cfr. sito web: https://www.academia.edu
Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie
nobili, Napoli 1691, pp. 120 e 121. Antonio Fuggeri,
Nicetae Acominati, Choniathae, Magni Logothetae
Secretorum, Inspectoris & Iudicis Veli, Praefecti sacri
cubiculi, Basilea 1557, p. 248, n. 40, anni 1117-1203, e
p. 309, n. 45, anni 1117-1203. Filippo Ferrari, Lexicon
Geographicum in quo Universi Orbis Urbes, Provinciӕ,
Regna, Maria, & Fluminare censentur, Pavia 1674, pp. 351
e 352: Zurulum urbs Thraciӕ.
William Smith, Dictionary of Greek and roman geography,
Londra 1854, p. ad vocem, Tzurulum/Syrallum/Zurulum.
Giovanni Antonio Summonte, Historia della Città e Regno
di Napoli, Napoli 1603, pp. 439 e ss. Filiberto
Campanile, L’Armi overo Insegne de’ Nobili, Napoli 1610,
pp. 196 e ss. Carlo De Lellis, Napoli sacra dell’Engenio
Caracciolo, «in aggiunta a cura della Fondazione
Memofonte, Napoli - Firenze 2013», in Biblioteca
Nazionale di Napoli, manoscritto X.B.20, Napoli 1689,
tomo I, pp. 14, 15, 29, 30, 97, 98 e 99. AA.VV., REGII
NEAPOLITANI ARCHIVI MONUMENTA, «in II edizione, con
testi tradotti, vol. I, anni 703, 748-947, a cura di
Giacinto Libertini, Istituto di Studi Atellani, novembre
2011» Napoli 1845, tomo I, documento VI, anno 920, pp.
63, 64 e 65: ecclesiam sub titulo s. euphemiæ in
neapolitanæ urbis quæ vulgo Zurolo. AA.VV., Atti della
Società Ligure di Storia Patria, «in Cronaca, della
prima Crociata, estratta dal Codice degli Annali
Genovesi», Genova 1859. AA.VV., I Registri della
Cancelleria Angioina, Ricostruiti da Riccardo Filangieri
con la collaborazione degli Archivisti napoletani,
Napoli 1949-1982. AA.VV., Fonti Aragonesi, a cura degli
Archivisti napoletani, Napoli 1963-1970. Archivio di
Stato di Napoli, Regi Cedolari, Intestazione di feudi.
Archivio di Stato di Napoli, Serra di Gerace, Tavole
genealogiche, vol. IV, sec. XV-XIX. Pietro Vincenti,
Teatro degli huomini illustri, che furono Protonotarii
nel Regno di Napoli, Napoli 1607, pp. 99 e 100. Berardo
Candida Gonzaga, Memorie delle Famiglie Nobili delle
Province Meridionali d’Italia, Napoli 1876, vol. II, pp.
219 e ss. Giuseppe Reccho, Notizie di famiglie nobili e
illustri della Città e Regno di Napoli, Napoli 1717, pp.
123 e 171. Notar Giacomo, Cronica di Napoli, Napoli
1845, pp. 248, 249 e 360. Nunzio Faraglia, Ettore e la
Casa Fieramosca, Napoli 1878, pp. 24 e 25. Vincenzo
Pastore, Angri. Dalla Preistoria ai nostri giorni, Cava
de’ Tirreni 1980, vol. I, p. 454. Alfredo Franco -
Felice Marciano - Gennaro Zurolo e Vincenzo Amorosi, La
Disfida 1503-2003, Sarno 2003, pp. 29, 30-37. Filippo de
Fortis - Ludovico Antonio Muratori, Raccolta delle vite,
e famiglie degli uomini illustri del Regno di Napoli per
il Governo Politico, Milano 1755, pp. 122 e 134. Michele
Francipane, Dizionario ragionato dei cognomi italiani,
Roma 2007, pp. 743 e 744. Gerhard Rohlfs, Dizionario
storico dei cognomi salentini. Terra d’Otranto, Napoli
1982, p. 276. Giuseppe Napolitano, Putignano: le
istituzioni, le curiosità, la toponomastica, Putignano
1985, pp. 236 e 237. Enzo Filomena, I Balì di S. Stefano
di Monopoli e i Feudi di Fasano e Putignano. Storia
dell’Ordine di Malta in Puglia, Martina Franca 2000, p.
153. Francesco Capecelatro, Diario, contenente la Storia
delle cose avvenute nel Reame di Napoli negli anni
1647-1650, Napoli 1852, vol. II, pp. 349-477. Vittorio
Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana.
Famiglie nobili e titolate viventi, Arnaldo Forni
Editore 1928-36, vol. VIII, parte II, D-Z. Vincenzo
Amorosi e Gaetano Damiano, Stemmi di Murat, titoli e
nobiltà del Regno di Napoli, Torre del Greco 2016, p.
132. Comune di Angri, Disciplinare per le parate
medievali e le rievocazioni storiche, degli eventi del
1421-25 -36 denominate “Palio Storico Città di Angri”,
deliberazione C.C. del 23 marzo 2016 n. 30. Comune di
Angri, Lapide viaria intestata al feudatario della Terra
d’Angri Giovanni Zurolo, deliberazione C.C. del 13
gennaio 2010 n. 9. ANNUARIO DELLA NOBILTA’ ITALIANA,
Edizione XXXII, parte IV, p. 2337: famiglia Zurolo.
(2) - Carlo De Lellis,
Discorsi Delle Famiglie Nobili Del Regno di Napoli, tomo
I, Napoli 1663, p. 28: «che dette famiglie Zurolo, &
d’Aprano si ritrovano; e per quel, che alla famiglia
Zurolo s’appartiene, non vi resta punto da dubitare, che
la medesima non sia, che la famiglia de’ Piscicelli, e
dal medesimo sangue propagata».
(3) - Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse
famiglie nobili, Napoli 1691, pp. 120, 121 e 506
(4) - Antonio Fuggeri, ibidem, pp. 24 e 309
(5) - Giovanni Antonio Summonte, ibidem, pp. 439 e ss.
(6) - Filiberto Campanile, ibidem, pp. 196 e ss.
(7) - Scipione Ametrano, Della famiglia Capece, Napoli
1603, pp. 10, 11, 106 e 107
(8) - Carlo De Lellis, ibidem, pp. 14, 15, 29, 30, 97,
98 e 99
(9) - REGII NEAPOLITANI ARCHIVI MONUMENTA, ibidem, vol.
I, anni 703, 748-947
(10) - Berardo Candida Gonzaga, ibidem, pp. 219 e ss.
(11) - Giuseppe Reccho, ibidem, pp. 123 e 171
(12) - Gerhard Rohlfs, ibidem, p. 276
(13) - ANNUARIO DELLA NOBILTA' ITALIANA, ibidem, p. 2337
(14) - Giuseppe De Ninno, Memorie Storiche degli Uomini
Illustri della Città di Giovinazzo, Bari 1890, pp. 35,
36, 89,101 e 102
(15) - Francesco Giannone, Memorie Storiche, Palermo
1905, pp. 35 e 36
(16) - Scipione Mazzella, Descrittione Del Regno di
Napoli, Napoli 1601, p. 650; Scipione Mazzella, ibidem,
ed. 1586, p. 510
(17) - Ottavio Beltrano, Descrittione Del Regno di
Napoli, Napoli 1671, p. 22
(18) - Amilcare Foscarini, Armerista e notiziario delle
famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra
d'Otranto, Lecce 1927, p. 301. Giuseppe Greco, Oltre la
memoria. Momenti di vita della Parrocchia S.S. Pietro e
Paolo in Oppido Lucano, Lavello 1998, p. 258
(19) - Ludovico Paglia, Istorie della Città di
Giovenazzo, Napoli 1700, pp. 249 e ss.
(20) - Francesco Scandone, L'Alta Valle del Calore,
Napoli 1970, pp. 119 e ss.
(21) - Gaetano Montefuscoli, Imprese ovvero Stemmi delle
Famiglie italiane, Napoli 1780, p. 100
(22) - Luigi Volpicella, Patriziati e Nobiltà civiche
nel già Reame di Napoli, Napoli 1648, vol. II, p. 29/LXXIII,
vol. IV, p. 100/XXXIII
(23) - Catello Parisi, Matrimoni Nobili ... Zurolo, in
Cenno Storico Descrittivo della Città di Castellammare
di Stabia, Firenze 1842, p. 99
(24) - Gaetano Caporale, Salvatore Zurolo Gran
Siniscalco. Giovanni Zurolo Conte di Sant'Angelo, in
Memorie Storico-Diplomatiche della città di Acerra,
Napoli 1890, pp. 274 e 368
(25) - Saverio Daconto, Saggio storico sull'antica città
di Giovinazzo, Giovinazzo 1926, pp. XXXIX, 74, 86, 88 e
137
(26) - Carlo Padiglione, Trenta centurie di armi
gentilizie, Napoli 1914, p. 371
(27) - Michele Bonserio, Le Pergamene della Chiesa dello
Spirito Santo di Giovinazzo. Regestario, Giovinazzo
1999, pp. 209 e ss.
(28) - Francesco Giannone, ibidem, pp. 35, 36, 37, 38,
39, 40, 41, 43 e 55
(29) - Francesco Scandone, Andretta nella Storia, in
quaderni/1, capitolo III, Atti delle Prime Giornate
Storiche Andrettesi, Andretta 18-19 agosto 1986,
Associazione Pro-Loco, Andretta 1988, pp. 33, 34 e 35
(30) - Gennaro Zurolo, SIGNA ET INSIGNIA - Fonti per la
Storia del Notariato a Castellammare di Stabia (Secoli
XIII-XIX), Rende 2014, p. 257
(31) - Scipione Ametrano, ibidem, pp. 10, 11, 106 e 107
(32) - Gennaro Zurolo, SIGNA ET INSIGNIA, ibidem, p. 257
(33) - Gennaro Zurolo, LE STRADE DI ANGRI, la
toponomastica, i personaggi, le storie, Edizioni Comune
di Angri, Boscoreale 2008, pp. 36-42 e 302-310
(34) - Saverio Daconto, ibidem, pp. XXXIX, 74, 86, 88 e
137
(35) - Ludovico Paglia, ibidem, pp. 249 e ss.
(36) - Amilcare Foscarini, ibidem, p. 301
(37) - Michele Bonserio, Le Conclusioni Decurionali
della Città di Giovinazzo, anni 1551-1762, Giovinazzo
1994, pp. 209 e ss.
(35) - ANNUARIO DELLA NOBILTA' ITALIANA, ibidem, p. 2337
(39) - Bisanzio Lupis, Cronache di Giovinazzo,
Giovinazzo 1880, pp. 15 e 16
(40) - Teo da Pietragalla, Pietragalla, p. 80: «Dopo
diversi terremoti, molti cittadini di Casalaspro si
trasferirono nella vicina Pietragalla dopo il terremoto
del 1454. Con il terremoto del 5 dicembre 1456, i pochi
cittadini rimasti nel paese furono costretti a
trasferirsi definitivamente nel vicino comune di
Pietragalla».
(41) - Teodosio di Capua, Cenni storici sul borgo
abbandonato di Casalaspro, su REGIONE BASILICATA «Il
terremoto del 5 dicembre 1456 costrinse i pochi
cittadini rimasti nel borgo di Casalaspro a spostarsi
definitivamente nel comune di Pietragalla».
(42) - Scipione Ametrano, ibidem, pp. 10, 11, 106 e 107.
Gino Doria, Le strade di Napoli, Napoli 1943, ad vocem,
Vico, e Vicoletto dei Zuroli.
(43) - Gaetano De Ninno, Memorie Storiche degli Uomini
Illustri della Città di Giovinazzo, Bari 1890, pp. 15,
16, 88, 89, 101 e 102
(44) - Luigi Volpicella, ibidem, vol. II, p. 29/LXXIII,
vol. IV, p. 100/XXXIII
(45) - Saverio Daconto, Giovinazzo nel 1860 «Studio
storico da documenti inediti», Giovinazzo 2011, pp. 74,
86, 87, 88 e 137
(46) - Ludovico Paglia, ibidem, pp. 249 e ss.
_________________
Fonti bibliografiche e archivistiche:
- Scipione Mazzella, Descrittione Del
Regno di Napoli, Napoli 1586, p. 510. Scipione
Mazzella, ibidem, ed. 1601, p. 650.
- Filiberto Campanile, L’Armi overo Insegne de’
Nobili, Napoli 1610, pp. 196 e 197.
- Carlo De Lellis, Discorsi Delle Famiglie Nobili Del
Regno di Napoli, tomo I, Napoli 1663, p. 15.
- Gaetano Montefuscoli, Imprese ovvero Stemmi delle
Famiglie italiane, vol. IV, Napoli 1780, p. 100.
- Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle Famiglie
Nobili delle Province Meridionali d’Italia, vol. II,
Napoli 1876, pp. 219.
- Carlo Padiglione, Trenta centurie di armi
gentilizie, Napoli 1914, p. 371.
- Amilcare Foscarini, Armerista e notiziario delle
famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra
d'Otranto, Lecce 1927, p. 301.
- Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare
italiana. Famiglie nobili e titolate viventi,
Arnaldo Forni Editore 1928-36, vol. VIII, parte II, D-Z;
--- Giuseppe D’Angelo, Storia di Stabia. Dalle
origini ai giorni nostri, in L’Opinione di Stabia,
Castellammare di Stabia, anno IV, n. 44, dicembre 2000,
p. 13.
- Enzo Filomena, I Balì di S. Stefano di Monopoli e i
Feudi di Fasano e Putignano. Storia dell’Ordine di Malta
in Puglia, Martina Franca 2000, p. 153. - Archivio
di Stato di Napoli, fondo Amministrazione generale
della Cassa di Ammortizzazione e del Demanio pubblico,
lettere L-Z, busta 46, f. 419, decreto titolo nobiliare
di Conte, titolo sul cognome (mf.),
registrato al tomo I, f.2/n. 2, con l’arma gentilizia,
del 25 marzo 1811, Maggiorasco del 25 marzo 1811,
busta 46, f. 393, confermato con lettere patenti del 25
marzo 1813.
- Vincenzo Amorosi e Gaetano Damiano, Stemmi di Murat,
titoli e nobiltà del Regno di Napoli, Torre del
Greco 2016, p. 132.
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