Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Zurolo

Questo progetto editoriale, a cura dell’avv. dott. Gennaro Zurolo, è stato tratto dal volume, in corso di stampa, dal titolo “Casata Zurolo. Origini e sviluppo di una famiglia feudale del Meridione d'Italia”, già pubblicato online sul sito web: https://www.academia.edu.

Arma: di rosso, alla banda cuneata d'oro e d'azzurro.
Titoli: honorabilis (mf.), magnifici e messeri (mf.), patrizi Napolitani (mf.), patrizi di Giovinazzo (mf.), nobili (mf.), conti (mf.), cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta (cfr. decreto 26 maggio 1613, con prove di nobiltà; cfr. decreto 5 febbraio 2003 n. 29582, con prove di nobiltà), cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (cfr. decreto 2 giugno 2022 n. 20164).
Benemerenze civiche: cittadinanza onoraria del Comune di Angri (cfr. deliberazione di C.C. del 21 giugno 2006 n. 32).
Dimora: Castellammare di Stabia (Napoli), Angri (Salerno).


Scultura lignea policroma, sec. XIX, raffigurante l’antico blasone comitale della famiglia napoletana Zurolo (ramo di Castellammare di Stabia), opera di uno scultore napoletano. Questa la descrizione araldica: di rosso, alla banda cuneata d’oro e d’azzurro; in capo dello scudo, un elmo argentato con visiera chiusa posto di tre quarti con collana equestre della gorgiera, adornato da svolazzi (di rosso, d’oro e d’azzurro), da un cercine cordonato in banda e da una corona d’oro (gemmata) dei conti cimata da sedici perle, sostenute da punte, di cui nove sono visibili; in punta,
una scritta - ZUROLO su lista bifida svolazzante di azzurro in lettere maiuscole di nero e di oro.

 

PREFAZIONE
Famiglia napoletana di antica nobiltà, ascritta nei Ruoli del Sovrano Militare Ordine di Malta, fiorì nobilmente in Napoli (nei seggi di Capuana e Nido), Crema, Bitonto e in Giovinazzo ove in conseguenza della reintegra del 26 giugno 1589 nel “Patriziato Napolitano”, per il seggio di Capuana, fu annoverata a quel Patriziato. Feudataria del Regno di Napoli, rinomata fin dal XIII secolo, che acquistò grande notorietà negli anni di regno di Giovanna I d’Angiò (1343-1378), detta anche Zuroli o Zurlo o Zullo o Capece Zur(o)lo o Zurolo d’Aprano o Apriano (toponimo campano della provincia di Caserta che fu uno dei principali feudi di questa Casata). Diramazione della plurisecolare stirpe partenopea dei Piscicelli o Piscicello, di probabile origine bizantina, appellata prima Ollopisce, ossia “piccolo pesce” che compariva sovente nello scudo o arme. Difatti le prime notizie documentate si hanno in Età bizantina nel 977 con un Liodorus Piscicellus - Leodoro Piscicello già valoroso milite delle schiere imperiali, che difendevano le province bizantine, poi generale nel Ducato di Napoli della cavalleria imperiale di Basilio II (976-1025) di Bisanzio. Sulle origini di questo virgulto bizantino, potrebbe egli essere ascritto all’etnia dei latini, ossia dei militi greci che venivano in Italia su ordine dell’imperatore e facevano parte della ristretta nobiltà di corte. Questa famiglia nel corso dei secoli anche se risulta diversamente denominata – negli atti archivistici, nelle annotazioni bibliografiche, nelle epigrafi tombali, negli armoriali – appartiene allo stesso ceppo originario napoletano. Tuttavia dal XIV secolo invalse l’uso del doppio cognome, per il riordino dei seggi cittadini voluto da Roberto d’Angiò (1309-1343), tanto che l’intestata famiglia nell’aggregarsi al seggio di Capuana antepose al suo il cognome Piscicelli o Piscicello, come era in uso dai raggruppamenti consortili di famiglie medievali(1).


Disegno ad acquerello su carta pergamenata, raffigurante il blasone della famiglia napoletana Zurolo,
ramo di Castellammare di Stabia, tratto dall’albero genealogico


Disegno ad acquerello su carta raffigurante un figurino del XV secolo, con armatura reggente l’arma gentilizia della
famiglia Zurolo, estratto dal volume dal titolo “Il ritorno di Alfonso d'Aragona dalla guerra d'Otranto”, a cura di
Filippo Del Buono, Napoli 1850, cartella n. 11 (12, fig. n. 8: Zurolo, e Generali.

STORIA

Origini della famiglia e genealogia successoria nel corso dei secoli

X-XI secolo

Questa famiglia, come innanzi accennato, rappresenta nella genealogia successoria una diramazione della stirpe partenopea dei Piscicelli o Piscicello, già appellata Ollopisce. Difatti le prime notizie storiche bibliografiche si attestano nel 977 con il precitato generale Liodorus Piscicellus cui in quel frangente si trovava nel Ducato di Napoli al comando della cavalleria imperiale, di Basilio II di Bisanzio detto il Bulgaroctono, che difendeva i confini delle restanti province dell'Italia meridionale(2).


Filippo Ferrari, Lexicon Geographicum in quo Universi Orbis Urbes, Provinciae, Regna, Maria, & Fluminarecensentur,
Parigi 1670, frontespizio, pp. 351 e 352: … Zurulum urbs Thraciae… civitas urbecnia Provinciae. Peloponnesi


Antonio Fuggeri, Nicetae Acominati, Choniatae, Magni Logothetae Secretorum, Inspectoris & Iudicis Veli, Praefecti sacri cubiculi, Basilea 1557,
 p. 309, n. 45 [anni 1117-1203]:
… Arcadiopolis, Mesen
ae et Zuruli excidia … Romanorum Balduinus & reliquitres duces audiuerunt,
nam Comes S. Pauli defunctus, in Manganio monasterio & Scleraenae August
ae monimento sepultus erat, statim exercitum mittunt
contra urbes qu
ae defecerant. Ac Bizyaquidem
& Zurulum statim sub iugum redierunt. Arcadiopolim. | INDEX| …
Zurulus urbs Thraci
ae, p. 248, n. 40 | Zuruli excidium p. 309, n. 45] … | FINIS


Cappella di Santa Restituta, lapidi murali raffiguranti le insegne o armi gentilizie dei
Piscicelli, partito Piscicelli-Tomacelli e partito Piscicelli-Caracciolo

XII secolo
Nella linea di parentela unilaterale, ossia i parenti che hanno avuto in comune sin dal XII secolo un solo ascendente, tal Liodorus Piscicellus, sono presenti: Leonis Piscicellus, cavaliere nelle guerre contro i saraceni al servizio di Ruggiero il Normanno nel 1063; Cesario Piscicellus, cavaliere, nelle guerre contro i musulmani, al servizio di detto sovrano nel 1063; Guidotus Zurulus, cavaliere cui prese parte nella prima spedizione navale genovese per l'Oriente nel 1097, durante la Crociata del 1096-99; Rolandus Zurulus, giudice imperiale nel 1163, e inoltre fu console, incaricato della reggenza, venne inviato in Francia anche per trattare affari coloniali e militari della Crociata del 1189-92.
Ebbene ribadire che nel corso dei secoli, questa famiglia, anche se risulta diversamente appellata (cfr. documenti archivistici più risalenti, nelle annotazioni bibliografiche, nelle epigrafi monumentali nonché negli antichi armoriali)
(3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11) (12), appartiene allo stesso ceppo originario(13) (14) (15) (16) (17).

 

XIII-XIV-XV secolo
Ebbene ribadire, che sin dal XIV secolo invalse l'uso del doppio cognome, per il riordino dei seggi cittadini voluto dal re Roberto d'Angiò, tanto che l'intestata famiglia nell'aggregarsi al seggio di Capuana antepose al suo il cognome Piscicelli o Piscicello, così come era in uso dai raggruppamenti consortili delle famiglie del Basso Medioevo. Questa famiglia godette di nobiltà in Napoli (ai seggi di Capuana e Nido), in Crema, in Bitonto e in Giovinazzo laddove fu ascritta a quel patriziato
(18) (19) (20). Aveva originaria dimora nel centro storico di Napoli, e precisamente nell'antico quartiere Forcella, ove ancora oggi si può ammirare il palazzo di famiglia con portale (su Via dei Tribunali) in stile gotico, eretto tra il XIV e XV secolo, da cui prese nome il Vico, e Vicoletto, dei Zuroli nei pressi della rinomata chiesa del Pio Monte della Misericordia.

Napoli (NA), Via dei Tribunali, Palazzo Zurolo con il portale in stile gotico sull’omonimo Vico dei Zuroli.
La costruzione dell'edificio, risalente al 1300,  passò poi a Carlo Capuano, marchese della Petina


Palazzo Zurolo, particolare interno, la scala in piperno a lumaca

Napoli, Quartiere Pendino, Vico, e Vicoletto dei Zuroli, lapidi viarie. Questo antico vicoletto nel 1500
si chiamava Boccapianola, dal cognome di una famiglia che aveva la proprietà, della quale
si ricorda Matteo Boccapianola, cavaliere dell'Ordine del Nodo.

(cfr. Gino Doria
, Le strade di Napoli, Napoli 1943, ad vocem, Vico, e Vicoletto dei Zuroli)

Il più antico capostipite documentato della casata è, dunque, Enrico detto anche Arrigo (*1235 † 1305), discendente del predetto Leodoro Piscicello, che fu cavaliere, consigliere diplomatico e familiare di Carlo II d'Angiò (*1285 † 1309), barone del Regno di Napoli e signore feudale di Aprano o Apriano (antico villaggio medioevale normanno, oggi frazione dell’aversano nel Comune di Casaluce in provincia di Caserta), sposa donna Laudamia d'Aquino (21) (22) (23)(24) (25); Giovanni Giovannello Piscicello detto Zurolo (*1256 † 1320), figlio del precedente, consigliere e familiare di Carlo II d'Angiò, barone del Regno, conte di Lecce, viceré che governò il Principato Citra, già vicario di Gualtieri VI di Brienne, sposa donna Letizia Caracciolo; Berardo o Bernardo (*1289 † 1330), figlio del precedente, patrizio napoletano, barone del Regno e signore feudale di Aprano (casale di Aversa), sposa donna Giovanna Caracciolo (26) (27) (28) (29) (30); Giovanni (*1315 † 1381), sepolto nel Duomo di Napoli nella basilica di Santa Restituta, figlio del precedente, patrizio napoletano, signore del feudo di Angri e di altre Terre del Regno tra cui Sant'Angelo dei Lombardi, Aprano, Andretta, Fossaceca detta anche Fossacesia, San Marzano sul Sarno, Startia o Della Startia (antico possedimento feudale, sito nell’avellinese in Montoro), Campomarano (antico toponimo derivato da quello di Civitacampomarano) e Torricella, sposa, in seconde nozze, donna Beatrice di Pontiaco della Terra d'Otranto, signora dei feudi di Salice (nel Salentino) e Guagnano. Dei fratelli di quest'ultimo, Giovanni, si ha memoria di Nicola Antonio († 1388), patrizio napoletano, signore di Fossaceca, sposa donna Gaspara Spinelli (31) (32) (33) (34), Giacomo Pietro († 1391), signore feudale di Montefalcone nel Sannio, Martuccio detto anche Martusciello che fu castellano del castello aragonese di Reggio Calabria nel 1392, e Marino, patrizio napolitano.

Napoli, Duomo, cappella di Santa Restituta, ciborio in marmo (sec. XV) della famiglia Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo, intitolata a Santa Caterina e a Santa Margherita; nella parte superiore del ciborio: arcata monumentale su cui campeggia uno scudo contornato da una bordura a scacchi recante tre teste leonine apotropaiche cui, in chiave simbolica, significa non solo l’allontanamento dagli influssi
 maligni ma anche la forza a protezione, o a guardia, della cappella; nella parte inferiore del ciborio: il sarcofago romano, che fu
rilavorato e riutilizzato nel ′500, con lastra marmorea di copertura recante sia le insegne della casata, nelle sue diramazioni, e sia
l’epigrafe scolpita riguardante il nobile Ascanio Piscicello († 19-IX-1556), figliuolo primogenito di Alfonso (signore feudale
di Grottaglie, Lucito e Calcabottaccio) e di Adriana Tomacelli, che morì († 1556) quando era ancora adolescente, fratello
 germano di Berardo, Giovanni Battista e di Giovanni Francesco (sp. nel 1570 Adriana Muscettola da cui nacque Alfonso
 che sp. Felicia Caracciolo, figlia del Principe di Forino D. Ottavio). Questa l’epigrafe: D.O.M. | ALFONSVS BERARDI
FILIVS COGNOM. PISCICELLVS MORTVS ASCANIO FRATRE OPTIMÆ | SPEI ADOLISCENTE XVIIII K.
SEPTEMB. MDXLV AC XVII K. AVG. MDXLXVI | IOANNE BAPTISTA PRIMO FILIO EX ADRIANA
TOMACELLA VXORE | MAIORVM ADICVTAM ET SEPVLCRA VETVSTATE PENE CONSVMPTA
RESTITVTA | ADDITIS ETIAM FAMILIA HIC INSCVLPTIS ET SEPVLCRA INSIGNIB. ADVSVM
ET | POSTERIORVM MEMORIAM.

XV secolo
Arrigo o Enrico († 1407), signore feudale di San Silvestro (borgo medioevale non più esistente, allora situato nei pressi di Giovinazzo), Claruncolo (borgo medioevale non più esistente, nei pressi di Lecce) e castellano del palazzo de' Mori in Otranto, barone di Montefalcone nel Sannio, Montemiletto, Cellamare (ovvero il castello baronale cellamarese) e Pressano; Ligorio siniscalco del Regno, Bernardo († 1415), I conte di Montoro, I conte di Nusco, già logoteta e gran protonotario apostolico del Regno, sp. donna Antonella Caracciolo, da cui Giovanni detto anche Zurlo (*1382 † 1440), conte (mf.), signore feudale di Angri e Roccapiemonte, che oltretutto difese strenuamente la Terra d'Angri nel 1421 dalle soldatesche di Braccio da Montone (condottiero italiano, meglio noto come Braccio Forte da Montone), fondatore del convento e chiesa della Ss. Annunziata di Angri fondata nel 1436, sp. donna Dalfina Caracciolo, da cui Antonella che sp. nel 1449 il nobile Francesco Caracciolo detto anche Petricone, Francesco († 1449), fratello del predetto Giovanni, II conte di Montoro e Nocera, signore feudale di Solofra, San Marzano sul Sarno e di altre Terre, già gran protonotario, sp. donna Margherita Sanseverino, Salvatore detto Rossillo, III conte di Nusco, signore feudale di Bagnoli e Cassano Irpino, già gran siniscalco, sp. donna Marella Caracciolo del Sole, Salvatore (*1349 † 1404), I conte di Sant'Angelo dei Lombardi e di Potenza, già milite regio di Ladislao I e gran siniscalco, sp. donna Margherita d'Eboli
(35) (36) (37) (38) (39).

 

Dei vari esponenti rinomati della casata, per cariche, feudi, privilegi ed onori ricevuti, si ha memoria:
Giovanni detto anche Giovannello (*1370 † 1424), figlio del predetto Salvatore, II conte di Sant'Angelo dei Lombardi e di Potenza, regio consigliere, cui infeudato nel 1413 dal re Ladislao, già capitano che tra l’altro prese parte alla liberazione della città dell'Aquila, assediata dalle soldatesche di Braccio Forte da Montone, sp. donna Elisabetta Taurisano figlia del signore feudale di Toritto, Ugo detto Ugolotto e di una nobildonna di casa Spinelli; Giacomo († 1453), altro figlio del precitato Salvatore, che fu signore feudale di Casalaspro (borgo medioevale angioino della contea di Muro Lucano; ebbene ricordare che il borgo venne abbandonato definitivamente dopo il sisma del 1454, e i pochi rifugiati si diressero presso Pietragalla)
(40) (41), nonché castellano del castello normanno di Ariano Irpino e camerario di Giovanna II d'Angiò, sp. donna Francesca Brancaccio, da cui Caterina, Beatrice, Pietro, Ettore e Francesco († 1480) che fu barone di Oppido Lucano e signore feudale di Pietragalla e di Casalaspro, sp. donna Cassandra Caracciolo, da cui Lucrezia, Caterina († 1500) e Ughetta; il predetto Francesco viene oltretutto ricordato quale impavido capitano che difese la Terra d’Otranto, dove perse eroicamente la vita, dall'assedio turco nel 1480 (cfr. Guerra d’Otranto), nonché fondatore – postumo, insieme a sua figlia Caterina cui investita dal padre, quando era ancora in vita, nel titolo ereditario di baronessa di Oppido Lucano, di Casalaspro e di Pietragalla, signora feudale di altre Terre del Regno – del convento di Santa Maria del Gesù detto di Sant'Antonio in Oppido Lucano; Caterina sp. Mario Orsini, conte di Pacentro, da cui ebbe Roberto Orsini; Enrico detto anche Arrigo (*1410 † 1478), figlio del precedente Giovanni, patrizio napoletano, signore feudale di Moliterno e Montefalcone, sp. la nobildonna Brigida Miroballo, figlia del principe di Lettere don Giovanni e donna Costanza Abbate.


Napoli, Duomo, Cappella di Santa Restituta, particolari del ciborio


Targhetta metallica murale con descrizione del ciborio


Cappella di Santa Restituta, particolari del sarcofago


Cappella di Santa Restituta, particolari esterni del sarcofago recanti una festa bacchica; nel mezzo: uno scudo
a rilievo raffigurante l’arma gentilizia dei Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo Cappella


Cappella di Santa Restituta, lapidi murali recanti le epigrafi/iscrizioni sepolcrali, relative a taluni membri della casata
Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo, con le sovrastanti insegne gentilizie, incassate a rilievo nelle mura


Cappella di Santa Restituta, lapidi murali e terragne, con le insegne gentilizie ed epigrafi riguardanti alcuni
esponenti della famiglia Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo, tra cui Riccardo


Cappella di Santa Restituta, sarcofago marmoreo rilavorato e riutilizzato nel ′300 recante, nella parte superiore, la figura giacente da cavaliere armato ornata da epigrafe del nobile capitano Riccardo Piscicello († 15-I-1331).
Opera monumentale del maestro scultore napoletano Masuccio I


Cappella di Santa Restituta, lapide sepolcrale terragna marmorea, in stile gotico, recante la figura a rilievo da cavaliere
armato di Giovanni Piscicello detto Zurolo († 30-IX-1381) che fu signore feudale di Angri, Andretta, Aprano,
Fossacieca, San Marzano, Startia, Campo Romano, Sant’Angelo e di altre Terre del Regno di Napoli


Cappella di Santa Restituta, lapide sepolcrale murale marmorea, in stile gotico, recante la figura solcata a graffito,
con epigrafe ornamentale, del nobile e regio consigliere Tommaso Piscicello († 7-XII-1334).
Opera del maestro scultore napoletano Pietro de’ Stefani


Cappella di Santa Restituta, particolare del sarcofago romano riutilizzato e rilavorato nel ′500, del giovane nobile
Ascanio Piscicello († 19-IX-1556, figlio primogenito di Alfonso e Adriana Tomacelli), recante una festa bacchica
con uno scudo nel mezzo raffigurante lo stemma gentilizio della famiglia Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo


Particolari del sarcofago raffiguranti le insegne della casata Piscicelli Zur(o)lo o Zurolo nelle sue diramazioni


Angri (SA), lapide viaria intitolata al feudatario di Angri il conte Giovanni Zurolo, 1382 † 1440


Angri, Castello, sec. XIII-XVIII


Edizione Palio Storico Città di Angri, momenti della parata medievale e rievocazione storica


Angri, chiesa della Ss. Annunziata, lapide commemorativa di fondazione su cui campeggia
l’arme della casata Zurolo


Angri, facciata della chiesa della Ss. Annunziata, sec. XIII-XV


Angri, Via Don Minzoni, lapide oblunga in pietra scura attribuita all’antico quartiere-Borgo Castello che reca nel centro il
blasone della famiglia napoletana Zurolo ivi attribuito in virtù delle infrascritte deliberazioni dell’Ente comunale di Angri.


Oppido Lucano (PZ), convento e chiesa Santa Maria del Gesù vulgo di Sant’Antonio, sec. XV

Oppido Lucano, particolari del convento e chiesa Santa Maria del Gesù: i due portali d’ingresso, di cui uno reca la lapide di fondazione con iscrizione - FRANCISCO ZVRVLO | FECIT su cui campeggia l’emblema del venerabile Ordine Conventuale di Santa Maria del Gesù con monogramma sacro scolpito raffigurante un disco raggiante, una croce nel mezzo e con delle lettere - VM poste ai lati
della stessa; l’altro, invece, reca la data postuma della fondazione MCCCCLXXXII con l’arma gentilizia scolpita in rilievo,
della casata, posta nel mezzo.


Oppido Lucano, convento e chiesa Santa Maria del Gesù vulgo di Sant’Antonio, ove all’interno si conservano due affreschi, di
cui uno raffigura da cavaliere armato il feudatario di Oppido nonché fondatore del complesso conventuale Francesco Zurolo,
 sp. donna Cassandra Caracciolo, morì l'11-VIII-1480 in Otranto ove fu valoroso capitano-Martire d’Otranto durante la cruenta
battaglia contro l’esercito Ottomano e l’altro rappresenta, invece, sua figlia in abiti da nobildonna che si prostra al Cristo
benedicente, Caterina Zurolo (†1500), baronessa di Oppido, Pietragalla e Casalaspro, sp. Mario Orsini, conte di Pacentro,
 da cuiVirginia che sp. Giovanni Berardino Morra nel 1508, e Roberto Orsini (cfr. Giuseppe Greco, Oltre la memoria.
Momenti di vita della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo in Oppido Lucano, Lavello 1998, p. 255).


Giovinazzo (BA), palazzo di messer Francesco Zurolo, che fu giudice degli italiani nella famosa
Disfida di Barletta, con loggia munita di bifora e portale su cui campeggia il blasone, sec. XV-XVI

 


Giovinazzo, Via Gelso, palazzo (edificato nel 1577) di Nicola Antonio detto Colantonio Zurolo o Zullo o Capece Zur(o)lo,
avo del predetto fra′ Giovanni †1673 che fu cavaliere gerosolimitano, ovvero cavaliere di Malta

 


Giovinazzo, Duomo, grande lapide sepolcrale terragna recante la figura giacente in rilievo, da cavaliere armato ornato da due scudi raffiguranti lo stemma della casata con sottostante epitaffio, del nobile capitano Enrico Zurolo detto anche Zurlo († 1542)

 


Aversa (già provincia di Caserta, ora di Napoli), convento e chiesa Ss. Annunziata, sarcofago marmoreo, a figura intera da
cavaliere armato con sottostante epigrafe incisa del nobile Luigi Zurolo detto anche Zurlo  († 19-IV-1546).
Opera monumentale del maestro scultore Giovanni Marigliano detto Merliano da Nola, che fu l’artefice di un’altra grandiosa opera,
ovvero il sarcofago di Guido Fieramosca, fratello germano del famoso capitano della Disfida di Barletta
il nobile Ettore Fieramosca (1476 † 1515)


Solofra (AV), collegiata San Michele Arcangelo, grande lapide murale marmorea incisa, ornata da scultura a stucco
di bianco raffigurante degli ampi cartigli tra cui lo stemma civico di Solofra coronato posto nel mezzo,
con dedicatoria al feudatario di Solofra Ercole Zurolo († 1535), apposta nell’anno giubilare del 1750

XVI secolo
Dal matrimonio dei precitati don Enrico Zurolo e donna Brigida Miroballo, nacque l’infrascritto messer Francesco (*1447 † 1505), nobile, valoroso capitano, giudice della “Disfida di Barletta” del 13 febbraio 1503, morì e fu sepolto nella cattedrale di Giovinazzo, e precisamente nel sepolcreto di messer Angelo de Ritiis, padre della moglie, sp. la nobildonna giovinazzese Geronima de Ritiis, da cui Enrico (*1479 †1542), nobile, cavaliere, fu sepolto nella cattedrale di Giovinazzo, sp. donna Giovannella Vulpano; Nicola Antonio (*1490 † 1550), nobile, sp. una nobildonna di casa Mansola (borgo medioevale, che fu poi inglobato in quello di San Silvestro delle Arcelle); Bartolomeo Pietro detto Pietro, fratello germano del predetto Francesco, nobile, capitano, già condottiero di gente d'armi, sindaco del sedile dei nobili di Giovinazzo nel 1499, sp. la nobildonna giovinazzese Romana Turcolo. Lorenzo detto Renzo († 1512), fu sepolto in Giovinazzo, fratello del precedente, nobile, luogotenente (al servizio di don Innico Lopez) nonché capitano a guerra (ovverosia capitano di truppe chiamato alle armi solo in caso di guerra) per il sedile di Capuana, sp. la nobildonna giovinazzese Giacoma Orsini dei conti di Pacentro; Giacomo (*1485 † 1539), figlio del suddetto Francesco, nobile, patrizio napoletano, già capitano di fanti, protontino (carica che, nel Regno di Napoli, suppliva quella del grado di ammiraglio sia in età normanna sia in età angioina e sia in età aragonese) di Giovinazzo, sp. la nobildonna giovinazzese Francesca de Planca, figlia di Leone che fra l'altro occupò in Giovinazzo la predetta regia carica di protontino, da cui Francesco Geronimo detto Francesco (*1523 † 1575), nobile, capitano di fanti in Terra d’Otranto, procuratore e protettore del monastero benedettino in Giovinazzo, con annessa chiesa di San Giovanni Battista, sp. la nobildonna giovinazzese Lucrezia Morola, figlia di Giovanni Battista; Geronimo (*1533), diacono del vicario foraneo di Giovinazzo; Nicola Antonio detto Colantonio (*1535 † 1587), nobile, patrizio di Giovinazzo, dottore in utroque iure, sp. la nobildonna giovinazzese Minerva Morola, figlia di Giacomo e Maria Labini, da cui Giovanni Giacomo (*1569), nobile, Francesco (*1571), Giulia (*1575), madre badessa di detto monastero delle benedettine, e Beatrice (*1577).
 

XVII-XX-XXI secolo
Francesco Zurolo, cognominato anche Capece Zur(o)lo (*1571 † 1628), figlio del predetto Colantonio, sepolto in Giovinazzo, nobile, patrizio napoletano, preposito (o dignitario) di Giovinazzo cui, come innanzi detto, riuscì a riaggregare, grazie anche all'aiuto del proprio genitore (Colantonio), la sua famiglia all'antescritto sedile napoletano di Capuana, per diritto di successione (in linea paterna, ai cugini), tanto che antepose, anche se per un breve periodo, al suo il cognome Capece donde la reintegra in detto patriziato avvenuta il 26 giugno 1589, sp. la nobildonna giovinazzese donna Lucrezia Chiurlia, figlia di don Simone e donna Olimpia Passeri; Giacomo Carlo (*1601 † 1656), sepolto in Napoli, nella chiesa di Santa Caterina a Formiello, figlio dei precitati don Francesco e donna Lucrezia Chiurlia, dottore in utroque iure, sp. la nobildonna giovinazzese donna Antonia Chiurlia, figlia di don Arturo e donna Camilla Pascale, da cui Francesco (*1626) che fu sindaco di Giovinazzo nel 1685, Lucrezia Maria (*1627) che sp. don Alfonso Giravola, Giuseppe Antonio (*1629) da cui discende il ramo documentato di Baranello del ministro del Regno delle Due Sicilie il conte (mp.) Giuseppe (*1757 † 1828), Giovanni Lorenzo (*1634) sp. nel 1673 (2°) una nobildonna, patrizia di Sorrento, la duchessa Anna Maria Anfora, Giovanni Zurolo detto anche Giovanni Capece Zur(o)lo (*1602 † 1673), figlio dei predetti don Francesco e donna Lucrezia Chiurlia, nobile, cavaliere gerosolimitano - fra' Giovanni, ricevuto nell'Ordine di Malta nel 1613, occupò le alte cariche di balì e di ammiraglio della religione gerosolimitana (oggi, Sovrano Militare Ordine di Malta) nel 1670-1671. Giovanni Battista Maria, nato in Giovinazzo nel 1549 e morì a Castellammare di Stabia nel 1590 ove fu sepolto nella cattedrale di Ss. Maria Assunta e San Catello, figlio dei predetti don Francesco e donna Lucrezia Morola, nobile, patrizio di Giovinazzo e signore di Larino ove possedeva beni stabili, sp. l'honorabilis (ovverosia onorevole, degna di onore o di lignaggio elevato o di nobile stirpe) donna Elisabetta Donnarumma, figlia di don Giovanni Battista, signora delle Franche (frazione napoletana di Pimonte, da cui Lucrezia (*1570 † 1644) che sp. l’honorabilis don Giuseppe Longobardo, Nicola o Niccolò (*1572), Pasquale (*1574), Andrea Giovanni (*1585), Giovanni o Giovannello (*1588) e Agostino (*1576 † 1642) che fu tra l’altro confratello e benefattore della confraternita del Ss. Corpo di Cristo (cui si aggregò successivamente alla confraternita di Santa Maria del soccorso e della Beata Vergine e San Nicola al Molo nel 1746, riedificando la cappella dei marinai nella chiesa di Santa Croce sotto la protezione di San Vincenzo Ferreri e Sant'Ireneo di Lione) in Castellammare di Stabia ove sp. (2°) nella predetta cattedrale nel 1608 donna Maria Dianora detta Dianora Donnarumma (*1590 † 1639), figlia di don Giuseppe e donna Adriana Cuomo, da cui Domenico Francesco (*1620 † 1682) che sp. (2°) in detta cattedrale nel 1667 donna Cecicilia Longobardo († post 1677), figlia di don Agostino e donna Rebecca Varvella, da cui Vincenzo Agostino Nicola (*1576 † 1642) che sp. in detta cattedrale nel 1695 donna Anna Buonocore (*1671 † 1737), figlia di don Francesco e donna Grazia Mannino, da cui Domenico Sabato Agostino (*1699 † 1764) che sp. in detta cattedrale nel 1722 donna Vincenza Damiano (*1702 † 1779), figlia di don Orazio e donna Angela Rota, da cui Nunziante Angelo (*1733 † 1782) che sp. in detta cattedrale nel 1753 donna Beatrice Cecilia di Capua (*1731 † post 1777), figlia di don Carlo e donna Rosa Di Lucia, da cui Luigi Giovanni (*1763 † 1820) che sp. in detta cattedrale nel 1785 donna Teresa Criscuolo (*1768 † 1793), figlia di don Saverio e donna Dorotea Pezzella, da cui Nunziante Giuda Diodato (*1788 † 1855) che sp. in detta cattedrale nel 1823 donna Maria Rosa Di Martino (*1796 † post 1828), figlia del regio procuratore don Giuseppe e donna Francesca Damiani, da cui Giuseppe Luigi Luciano (*1824 † 1875) che sp. in Castellammare di Stabia nella chiesa di San Matteo Apostolo nel 1848 donna Anna detta Marianna Cardone (*1827 † 1867), figlia di don Crescenzo o Vincenzo e donna Carminia Trama, da cui Giuseppe (*1861 † 1920) che sp. in detta cattedrale nel 1884 donna Maddalena Iardino (*1862 † 1930), figlia di don Domenico e donna Fortunata Vivo, da cui Domenico (*1891 † 1985) che sp. in Capua (Caserta) nella chiesa di San Giuseppe nel 1918 donna Angela Guarino (*1897 † 1948), figlia di don Pasquale e donna Maria Farina, da cui Carmine (*1929 † 2000) che sp. in Castellammare di Stabia nella chiesa di San Gioacchino nel 1955 donna Rita Tavella (*1934 † 1984), figlia del cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto (cfr. decreto di conferimento dell’onorificenza del 25 giugno 1971, n. d’Ordine 24147) Gennaro (*1898 † 1976) e donna Annunziata Beatrice Altomare (*1901 † 1981), da cui Angelo (*1956) che sp. (2°) Isabelle Anne Genevieve Liger (da cui Carmine Pierre Henri Angelo Zurolo *2001 in Toulouse - Francia), Rosanna (*1967) che sp. Giovanni di Dio Celoro (da cui Filomena *1994 e Rita Celoro *1997) e Gennaro (*1959), attuale rappresentante del ramo principale documentato della casata, che sp. (2°) in Castellammare di Stabia la dott.ssa Maria Giovanna Apuzzo (*1962) in Angri (Salerno), figlia di don Francesco o Franco e donna Carmela Parlato, da cui Enrico (*2009) in Santa Maria Capua Vetere (Caserta)
(42) (43) (44) (45) (46).


Arma gentilizia attribuita al cavaliere gerosolimitano Giovanni Capece Zurolo (1602-1673). Questa la descrizione araldica:
di rosso, alla banda d’oro con sottostante croce ottagona di bianco ornata da collare; al capo di rosso caricato
da una croce piana di bianco (cfr. Enzo Filomena, ibidem, p. 153; Archivio Nazionale di Malta,
ibidem, manoscritto AOM 4190)

Della prefata successione genealogica della casata, l’ultima generazione, di cui al ramo principale risiede oggi: nel napoletano a Castellammare di Stabia e nel salernitano ad Angri.


Sigillo-matrice, in ottone, recante l’arma comitale della famiglia napoletana Zurolo
(ramo di Castellammare di Stabia), opera di un incisore napoletano del sec. XIX

 

Altri personaggi della casata di cui si ha memoria:
Giovanni, conte, signore feudale della Terra d’Angri nel XIV secolo e di altre Terre del Regno, tra cui Sant'Angelo, Aprano, Andretta, Fossacesia, San Marzano sul Sarno, Della Startia, Civitacampomarano e Torricella; morì in Napoli nel 1381 ove fu sepolto nel Duomo di Napoli, navata sinistra, nella cappella di famiglia in Santa Restituta che oggi più non esiste.
Giovanni, conte, signore feudale della Terra d’Angri che difese strenuamente, durante l'assedio del 1421 dalle soldatesche di Braccio da Montone al comando di Alfonso V d'Aragona, nonché fondatore (A.D. XXVI Luglio 1436) del convento e chiesa della Ss. Annunziata di Angri.
Francesco, barone di Oppido e signore feudale di Pietragalla e di Casalaspro, capitano di fanti che difese valorosamente Otranto, durante l'assedio del 1480 dei turchi al comando del Gran Visir Agomat Pascià, nonché fondatore (A.D. MCCCCLXXXII - anno 1482, data postuma di fondazione) del convento e chiesa di Santa Maria del Gesù vulgo di Sant'Antonio in Oppido Lucano.
Francesco, nobile, giudice degli Italiani nella celebre “Disfida di Barletta”, scontro tenutosi il 13 febbraio 1503, tra soldati italiani e soldati francesi.
Giovanni Battista Maria, nobile, signore della Terra di Larino in cui aveva beni stabili, patrizio di Giovinazzo nel XVI secolo, capostipite del ramo principale napoletano documentato di Castellammare di Stabia.
Giovanni, nobile, cavaliere gerosolimitano, ricevuto nell'Ordine dei Cavalieri di Malta il 26 maggio 1613, occupò le cariche di balì e di ammiraglio della Religione Gerosolimitana negli anni 1670-1671.
Giuseppe, conte (mp.), ministro del Regno delle Due Sicilie, (*Baranello, 1757 † Napoli, 1828).
Gennaro, Castellammare di Stabia *1959, nobile (mf.), esponente del ramo principale napoletano documentato di questa casata, cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta (S.M.O.M.), cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (O.M.R.I.), insignito dell'onorificenza dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella con decreto di conferimento del 2 giugno 2022 (pubblicato in G.U. del 26 luglio 2022, Anno 163°, n. 173, p. 104), cittadino onorario del Comune di Angri (SA), insignito nel 2010 del "Premio Città di Angri" per la categoria Cultura e Letteratura, avvocato, dottore - magistrato on. Tribunale di Napoli, socio ag. dell'Associazione Nazionale Magistrati (A.N.M.), studioso di Storia Patria e libero ricercatore, membro della Società Napoletana di Storia Patria (S.N.S.P.), autore di svariati saggi a carattere storico e religioso tra cui il volume dal titolo: "Signa et Insignia. Fonti per la Storia del Notariato a Castellammare di Stabia (Secoli XIII-XIX)", pubblicato nel 2014, recensito inoltre nell'Editoriale "Cultura e Territorio - Rivista di Studi e Ricerche sull'Area Stabiana e dei Monti Lattari", nuova serie I-2019, p. 170 (cfr. OPAC SBN - Catalogo Collettivo delle Biblioteche del Servizio Bibliotecario Nazionale).


Armi gentilizie del ramo di Baranello
Cfr. Gaetano Montefuscoli, ibidem; Archivio privato famiglia Zurolo, atti e documenti di Giuseppe Zurlo la cui ascendenza
collegata al ramo di Giovinazzo, cfr. albero genealogico famiglia Zurolo; Archivio di Stato di Napoli Archivio di Stato di
Napoli, fondo Amministrazione generale della Cassa di Ammortizzazione, ibidem, lettere L-Z, busta 46, f. 419,
tomo I, f. 2/n. 2, Maggiorasco del 25 marzo 1811, busta 46, f. 393; cfr. Vincenzo Amorosi e Gaetano Damiano,
Stemmi di Murat, titoli e nobiltà del Regno di Napoli, Torre del Greco, p. 132.


Ritratto di Giuseppe Zurlo, Ministro del Regno delle Due Sicilie, 1759 † 1828
(Incisione elaborata tratta da “L’omnibus pittoresco” del 1839)


Ritratti dei fratelli Giuseppe e Biagio Zurlo, 1755 † 1835
Da sinistra: copia opera pittorica, a cura di Domenico Marrazzo da Casandrino, la cui originale si conserva in Napoli,
Museo di San Martino, attribuita a Costanzo Angelini, 1760-1853, laddove la copia si conserva presso l’intestata
famiglia Zurolo; opera pittorica di autore ignoto del XIX secolo raffigurante Biagio detto anche Biase, già
Visitatore economico del Contado di Molise e Capitanata nel 1799, poi Intendente provinciale nel 1810.


Baranello (CB), scorcio Largo conte Zurlo, già Largo Zullo, palazzo Zurlo, sec. XVII; facciata della chiesa San Michele Arcangelo
con antistante busto scultoreo in bronzo, raffigurante l’illustre cittadino di Baranello il conte Giuseppe Zurlo, realizzato
nella seconda metà del secolo XIX dall’artista molisano Giuseppe Calgione.


Archivio Sant’Anna di Nocera Inferiore (SA), Platea, frontespizio e imbreviature (p./f. 17v) tra cui il documento
pergamenaceo, Diploma Reale di Giovanna II d’Angiò del 26 giugno 1428, rilasciato a Napoli in Castel Capuano
il 31 agosto di detto anno, p. 17, concernente il feudatario della Terra d’Angri D. Giovanni Zurolo.


Archivio di Sant’Anna di Nocera Inferiore, particolare dell’imbreviatura di documento
pergamenaceo del 26 giugno 1428


Archivio Curia Generalizia Domenicana di Santa Sabina in Roma, Series XIV, Liber A, pars seconda, f.306r., imbreviatura
del documento pergamenaceo-atto di fondazione del convento e chiesa della Ss. Annunziata di Angri riguardante
il feudatario della Terra d’Angri D. Giovanni Zurolo; l’atto-istrum. seu donatione redatto in Angri, il 26 luglio 1436
innanzi la maggiore chiesa di San Giovanni Battista, dal notaio Luca d’Andretta che aveva curia in detta
Terra d’Angri nell’odierna Via Ardinghi.


Archivio Badia di Cava de’ Tirreni (SA), Liber familiarum Abazia Cavensis, sec. XVII, regesto del manoscritto n. 232, p. 481: Zurulo [Zurolo]| … Giovanni Berardino Zurlo Conte di Montoro, Isabella Carafa moglie, Giacomo figlio primogenito, anno 1530 …
Signore Girello Zurulo di Napoli Milite, Dignitario di Corte incaricato ad amministrare la Real Casa d’Angiò | Regio Siniscalco |
 Anno 1349 … Siniscalco | Signore Francesco Zurulo Conte di Montoro, Gran Siniscalco del Regno di Napoli e Membro del
Regio Collateral Consiglio | Signore Guido Zurulo dona dei suoi cavalli al Re Ferdinando … Anno 1467 … | … lo stesso
Antonello … Berardino Pulde | rico Capitano … Guidone Zurulo … | Ligorio Zurulo di Napoli Logoteta … Membro del
Regio Collateral Consiglio … Regina Giovanna I d’Angiò Anno 1370 … in | Quisisana, Castellammare di Stabia, viene
rilasciato da detta Sovrana un Diploma per il Magnifico Signore Ligorio Zurulo di Napoli milite, Logoteta, Protonotario |
del Regno, Membro del Regio Collateral Consiglio, in fede Anno di Nostro Signore 1370, giorno 27 Agosto VIIIª
Indizione, Regno di Giovanna I.


Archivio Nazionale di Malta, manoscritto AOM 4190, p. 85: a. 1451 … Joanne Zurolo de Neap. …
Bernardo Zurolo Comite Nucerie et Montis Auri … Russillo Zurolo … Castris Monti Falconi.


Francesco Scandone, Andretta nella Storia, in <Quaderni/1>, capitolo III, Atti delle Prime Giornate Storiche Andrettesi, Andretta 18-19 agosto 1986, Associazione Pro-Loco, Andretta 1988, pp. 33 e 34: … subito dopo egli si recò con le sue milizie in Abruzzo per combattere al fianco di Muzio Attendolo Sforza contro Braccio da Montone … il Conte di S. Angelo de’ Lombardi [Colantonio] si portò in Ortona dove iniziò … anno [1464] … lo [IV] Conte di S. Angelo Zurolo in Ortona; cfr. Santo Parente di Cotignola, Dizionario anagrafico dei Condottieri di ventura in <sito web> ed. 2013, anno 1464; area attività: Abruzzi e Campania; azioni [militari] intraprese e altri fatti salienti: … alla guardia di Ortona, sa’ da Francesco [Riccardi] da Ortona che il Conte di Sant’Angelo ha iniziato delle pratiche per defezionare nel campo avverso; irrompe nel Palazzo del Signore della Città, dove alloggia Colantonio Zurolo e lo ammazza a letto; i suoi seguaci sono uccisi e le loro robe sono preda degli sforzeschi. Subito dopo passa a Benevento.


Archivio Diocesi di Giovinazzo, Libro I dei Battezzati-QVINTERNVS (1508-1557), copertina in cuoio con
frontespizio a colori recante immagine miniata, incipit, arma e atto di battesimo.


Archivio Diocesi di Giovinazzo, Libro I dei Battezzati, f. 38v, atto di battesimo di Francesco Geronimo Zurolo del 19 ottobre 1523:
…il giorno 19 dello stesso mese, di lunedì, fu battezzato Francesco Geronimo, per mano di Don Antonio Nicola [De] Filio, figlio
del Nobile Giacomo Zurolo, i Compadri furono Don Donato detto Lupo, Don Nicola De Magnifica e Agostino Gilao, e altri;
in calce, l’arma gentilizia della famiglia Zurolo.


Archivio Diocesi di Giovinazzo, Libro I dei Battezzati, f. 123r, atto di battesimo di Giovanni Battista Maria Zurolo
(capostipite del ramo, in successione genealogica, di Castellammare di Stabia - Napoli) dell’8 febbraio 1543: il giorno
8 del detto mese, Giovanni Battista Maria, figlio di Don Francesco Zurolo, fu battezzato per mano di Don Giovanni
Antonio De Guido, i Compadri furono Don Raffaele Cingaro, Giacomo Morula e Vincenzo De Andrisico.


Archivio Diocesi di Giovinazzo, particolare dell’atto di battesimo di Giovanni Battista Maria Zurolo
dell’8 febbraio 1543


Archivio Cattedrale di Giovinazzo, stralcio della pergamena n. 899 del 10 gennaio 1550, contenente la disposizione testamentaria di Francesca de Planca del 10 gennaio 1550: … Franceschella de Planca vedova del Magnifico Don Giacomo Zurolo di Napoli …
Nomina eredi universali i Nobili figli Francesco e Nicola Antonio Zurolo; in calce, signum notarile con sottoscrizioni
e firme sia del notaio sia delle parti e sia dei testimoni presenti: Io Cola Antoni Zullo [Zurlo/Zurolo] testimonio.


Archivio Capitolo Giovinazzo, stralcio pergamena n. 1018 del 5 gennaio 1565, contenente la disposizione, per la celebrazione di messe in suffragio, del magnifico Nicola Antonio Zurulo: … Giovinazzo, il Magnifico Nicola Antonio Zurulo [Zurolo/Zurlo/Zullo] di Napoli, Cittadino di Giovinazzo, assegna al Capitolo della Cattedrale di Giovinazzo un anno e perpetuo censo … con il peso della
celebrazione di messe in suffragio di Don Giacomo Zurulo suo padre; in calce, signum notarile con sottoscrizioni
e firme sia del notaio sia delle parti e sia dei testimoni presenti.


Archivio di Stato di Napoli, Fondo Notai ‘500, ff. 50v, 51r e 51v, capitolo matrimoniale del 23 settembre 1569 redatto per
l’Honorabilis Lisabetta [Elisabetta] Donna. [rumma] e Messer Joanne [Baptista Maria] Zullo [Zurlo/Zurolo]; presenti
alla rogazione, dell’atto notarile, in qualità di testimoni i seguenti signori: ... Francesco de Rogatis Giudice annale [U.I.D.],
Magnifico Giovanni Geronimo de Masso [U.I.D.], Nob. Francesco Censone, Nob. Marino Censone, Nob. Giovanni
Angelo de Nocera [Cavaliere Gerosolimitano], et Luca de Cataldo [Nob.] ...; scrittore o rogatario: notaio Andrea d’Eboli.


Archivio di Stato di Napoli, Fondo Notai ‘500, ff. 81r e 81v, atto-instro. [mento] del 5 febbraio 1570 redatto per l’Honorabilis Lisabetta [Elisabetta] Donna. [rumma] e Messer Joanne [Baptista Maria] Zullo [Zurlo/Zurolo]; scrittore o rogatario: notaio Andrea d’Eboli.


Archivio di Stato di Napoli, fondo Notai ‘500, Scheda n. 466, protocollo n. 2, ff. 203r e 203v, atto-quietatio del 18 agosto 1591
redatto in presenza dell’Honorabilis Joseph [Giuseppe] Longobardo, marito dell’Honorabilis Lucrezia Zullo [Zurlo/Zurolo],
per l’Hon. Elisabetta Donnarumma e Niccolò [Nicola] Zullo [Zurlo/Zurolo]; scrittore o rogatario: notaio Marcello de Rosa.


Archivio Storico Comunale di Castellammare di Stabia (NA), fondo Museo, serie d’Aiello, vol. XII, copertina pergamenacea, f. sciolto, trascrizione di atto-istanza di supplica del 23 luglio 1596 per [l’Honorabilis] Elisabetta Donnarumma, vedova di [del nobile] Giovanni [Battista Maria] Zullo [Zurlo/Zurolo]: … Elisabetta Donnarumma de la città de Castell’amare de stabia vidua relicta del q.m Ioanne
Zullo Nobile de la città de Jovenazzo, serva de V.ra Ex.tia fa intendere come dicto Joanne per alcuni soinegotij se retrova padrone
di uno stabele … posto in dicta Civitate de Castell’amare in loco ubi dicitur la Caperrina quale stabele fu dal med. mo Joanne
comprato nel 1567 doppo di esser venuto ad habitare da. la terra di Larino in dicta Città de Castell’amare de stabia.


Archivio Parrocchia Cattedrale di Castellammare di Stabia, Libro I dei Battesimi (1575-1590), copertina pergamenacea, f. 15r, atto di battesimo di [del nobile] Agostino Zullo [Zurlo/Zurolo] del 12 novembre 1576: il giorno XII di novembre 1576 io don Ferrante
Coppola [Canonico Arcidiacono, Vicario Generale] ho battezzato il figliolo del Signor Giovanni [Battista Maria] Zullo
[Zurlo/Zurolo] patrizio della Città di Giovinazzo e della Signora Elisabetta Donnarumma chiamato Agostino e l’ha tenuto
nel Battesimo il magnifico Francesco Coppola.


Archivio di Stato di Napoli, fondo Notai ‘500, Scheda n.197, protocollo n. 34-35, copertina pergamenacea, f. 129v, capitolo
matrimoniale del 26 giugno 1608 rogato per Dianora [Maria Dianora, figlia di Giuseppe e Adriana Cuomo] Donnarumma
e [il nobile] Agostino Zullo [Zurlo/Zurolo]; scrittore o rogatario: notaio Paolo Fedele.


Archivio Parrocchia Cattedrale di Castellammare di Stabia, Libro I dei Matrimoni (1599-1634), copertina pergamenacea e f. 7v,
atto di matrimonio di [del nobile] Agostino Zullo [Zurlo/Zurolo] e Dianora [Maria Dianora] Donnarumma del 14 dicembre
1608: … il giorno 14 di dicembre 1608 Io don Gaspare de Marinis [canonico curato] ho solennizzato il matrimonio tra Agostino
Zullo dinanzi la Chiesa giusta forma S.C. e Dianora Donnarumma presenti il canonico Bartolomeo Longobardo,
il canonico Francesco Mosca, Adriana Sbana, e altri.


Catello Parisi, Cenno Storico - Descrittivo della Città di Castellammare di Stabia, Firenze 1842, frontespizio, p. 99:
MATRIMONI NOBILI: ... Zurolo.


Ottavio Beltrano, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli 1671, frontespizio, p. 22: FAMIGLIE NOBILI DE’ SEGGI /
 della fedelissima Città di Napoli. | Armi del Seggio di Capuana. … Famiglie nobili del Seggio di Capuana … Zuroli.


Filippo de Fortis - Ludovico Antonio Muratori, Raccolta delle vite, e famiglie degli uomini illustri del Regno di Napoli per
il Governo Politico, Milano 1755, pp. 122 e 134: Filippo Zurolo Napoletano sotto Re Roberto nel 1317…; Dal 1630 al 1640
furono Giudici … Giacomo Capece Zurolo Patrizio Napoletano


Copertina pergamenacea recante lo stemma comitale e sottostante iscrizione - Liber familiae Zurolus, sec. XVII
(Archivio Privato Famiglia Zurolo)


Archivio e Biblioteca Magistrali del Sovrano Militare Ordine di Malta, famiglia Zurolo in atti del processo nobiliare, Linea
genealogica ascendentale semplificata di fra′ Giovanni Capece Zurlo o Zurolo, f. 1r (segue linea genealogica di Giovanni
n. 1315 ca. † 30 settembre 1381, sp. Beatrice di Pontiaco, conte di Sant’Angelo, signore di Angri, Andretta, Fossaceca,
Aprano, Santo Marzano)


Archivio e Biblioteche Magistrali del Sovrano Militare Ordine di Malta, famiglia Zurolo in atti del processo nobiliare, Linea
genealogica ascendentale, ibidem, f. 1v (segue linea genealogica di Giacomo n. 1485 ca. † 1562 ca., sp. Francesca detta
Franceschella de Planca, nobile, capitano di fanti, protontino di Giovinazzo, da cui Nicola Antonio e Francesco Geronimo
continua la linea genealogica napoletana, di Castellammare di Stabia, con il capostipite Giovanni Battista Maria nato
l’8 febbraio 1543 in Giovinazzo e morto nel 1590 a Castellammare di Stabia ove fu sepolto in cattedrale).


Archivi e Biblioteche Magistrali del Sovrano Militare Ordine di Malta, famiglia Zurolo in atti del processo nobiliare, Linea
genealogica ascendentale …, ibidem, f. 2r (cfr. linea genealogica del predetto Giacomo da cui Giovanni, nato a Giovinazzo
il 28-7-1602 † 31 dicembre 1673, cavaliere gerosolimitano, ricevuto nell’ordine il 26-5-1613, balì di Santo Stefano di
Monopoli eletto verso il 1670-71, e ammiraglio della religione gerosolimitana).


Albero genealogico famiglia Zurolo   (Per gentile concessione dell’infrascritto esponente il ramo di questa casata)
 


Armi gentilizie di cui i quarti genealogici secondari, inerenti all’infrascritto esponente della famiglia Zurolo, in atti
del processo nobiliare - S.M.O.M.; da sinistra: Zurolo, Tavella, Guarino, Altomare.


Fregio ligneo scolpito, sec. XIX-XX, su cui campeggia la croce ottagona
del Sovrano Militare Ordine di Malta, con iscrizione - Casata Zurolo


Diploma, con medaglietta in bronzo e nastrino tricolore datata al retro 1917 “PER LA GVERRA REDENTRICE | la Famiglia
 Zurolo | DONÒ ORO ALLA PATRIA”. Diploma Ricordo, con medaglie di cui una in bronzo e l’altra in argento, con fascetta
datata 1866, raffigurante il re Vittorio Emanuele II, del 29 maggio 1911 rilasciato in Napoli a Giuseppe Zurolo *1861†1920
a Castellammare di Stabia


Carmine Zurolo, Guardiamarina, 1929 † 2000
(San Benedetto del Tronto, Ormeggio Comando Militare Marittimo, anno 1949)


Carmine Zurolo, Guardiamarina
(Brindisi, Ormeggio Comando Militare Marittimo, anno 1951)


S.M.O.M. - Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Priorato di Napoli e Sicilia
(Relazione del Consultore Araldico, famiglia Zurolo e i quarti genealogici secondari, p. 1-2)


S.M.O.M. - Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Priorato di Napoli e Sicilia
(Relazione del Consultore Araldico, famiglia Zurolo e i quarti genealogici secondari, p. 2-2)


Don Carmine Zurolo, 1929†2000, e donna Rita Tavella, 1934 † 1984
(Castellammare di Stabia, foto d’epoca, anni ’60)


Giuseppe D’Angelo, Editoriale dal titolo “Storia di Stabia. Dalle origini ai giorni nostri”, in L’Opinione di Stabia,
Castellammare di Stabia (NA), anno IV, n. 44, dicembre 2000, frontespizio in b/n, p. 1; stemma comitale in b/n
degli Zurolo di Castellammare di Stabia, p. 13; cfr., sito web: wwwliberoricercatoreit


Castellammare di Stabia, scorcio Largo Caporivo nel XIX secolo, al centro dell’immagine, tratta da un disegno a china su carta
di Achille F. P. Gigante del 1845, si osserva imponente la Casa palazziata dei Zurolo, eretta intorno alla seconda metà del
XVI secolo, che oggi più non esiste (cfr. Archivio di Stato di Napoli, fondo Notai ‘500, Scheda n. 161, protocollo n. 5,
 notaio Andrea d’Eboli, atto rogato in data 23 settembre 1569, ff. 50v, 51r e 51v).

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Note:
(1) - Gennaro Zurolo, Casata Zurolo. Origini e sviluppo di una famiglia feudale del Meridione d'Italia, cap. I, pag. 21 (in corso di stampa), cfr. sito web: https://www.academia.edu Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, Napoli 1691, pp. 120 e 121. Antonio Fuggeri, Nicetae Acominati, Choniathae, Magni Logothetae Secretorum, Inspectoris & Iudicis Veli, Praefecti sacri cubiculi, Basilea 1557, p. 248, n. 40, anni 1117-1203, e p. 309, n. 45, anni 1117-1203. Filippo Ferrari, Lexicon Geographicum in quo Universi Orbis Urbes, Provinciӕ, Regna, Maria, & Fluminare censentur, Pavia 1674, pp. 351 e 352: Zurulum urbs Thraciӕ. William Smith, Dictionary of Greek and roman geography, Londra 1854, p. ad vocem, Tzurulum/Syrallum/Zurulum. Giovanni Antonio Summonte, Historia della Città e Regno di Napoli, Napoli 1603, pp. 439 e ss. Filiberto Campanile, L’Armi overo Insegne de’ Nobili, Napoli 1610, pp. 196 e ss. Carlo De Lellis, Napoli sacra dell’Engenio Caracciolo, «in aggiunta a cura della Fondazione Memofonte, Napoli - Firenze 2013», in Biblioteca Nazionale di Napoli, manoscritto X.B.20, Napoli 1689, tomo I, pp. 14, 15, 29, 30, 97, 98 e 99. AA.VV., REGII NEAPOLITANI ARCHIVI MONUMENTA, «in II edizione, con testi tradotti, vol. I, anni 703, 748-947, a cura di Giacinto Libertini, Istituto di Studi Atellani, novembre 2011» Napoli 1845, tomo I, documento VI, anno 920, pp. 63, 64 e 65: ecclesiam sub titulo s. euphemiæ in neapolitanæ urbis quæ vulgo Zurolo. AA.VV., Atti della Società Ligure di Storia Patria, «in Cronaca, della prima Crociata, estratta dal Codice degli Annali Genovesi», Genova 1859. AA.VV., I Registri della Cancelleria Angioina, Ricostruiti da Riccardo Filangieri con la collaborazione degli Archivisti napoletani, Napoli 1949-1982. AA.VV., Fonti Aragonesi, a cura degli Archivisti napoletani, Napoli 1963-1970. Archivio di Stato di Napoli, Regi Cedolari, Intestazione di feudi. Archivio di Stato di Napoli, Serra di Gerace, Tavole genealogiche, vol. IV, sec. XV-XIX. Pietro Vincenti, Teatro degli huomini illustri, che furono Protonotarii nel Regno di Napoli, Napoli 1607, pp. 99 e 100. Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle Famiglie Nobili delle Province Meridionali d’Italia, Napoli 1876, vol. II, pp. 219 e ss. Giuseppe Reccho, Notizie di famiglie nobili e illustri della Città e Regno di Napoli, Napoli 1717, pp. 123 e 171. Notar Giacomo, Cronica di Napoli, Napoli 1845, pp. 248, 249 e 360. Nunzio Faraglia, Ettore e la Casa Fieramosca, Napoli 1878, pp. 24 e 25. Vincenzo Pastore, Angri. Dalla Preistoria ai nostri giorni, Cava de’ Tirreni 1980, vol. I, p. 454. Alfredo Franco - Felice Marciano - Gennaro Zurolo e Vincenzo Amorosi, La Disfida 1503-2003, Sarno 2003, pp. 29, 30-37. Filippo de Fortis - Ludovico Antonio Muratori, Raccolta delle vite, e famiglie degli uomini illustri del Regno di Napoli per il Governo Politico, Milano 1755, pp. 122 e 134. Michele Francipane, Dizionario ragionato dei cognomi italiani, Roma 2007, pp. 743 e 744. Gerhard Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi salentini. Terra d’Otranto, Napoli 1982, p. 276. Giuseppe Napolitano, Putignano: le istituzioni, le curiosità, la toponomastica, Putignano 1985, pp. 236 e 237. Enzo Filomena, I Balì di S. Stefano di Monopoli e i Feudi di Fasano e Putignano. Storia dell’Ordine di Malta in Puglia, Martina Franca 2000, p. 153. Francesco Capecelatro, Diario, contenente la Storia delle cose avvenute nel Reame di Napoli negli anni 1647-1650, Napoli 1852, vol. II, pp. 349-477. Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana. Famiglie nobili e titolate viventi, Arnaldo Forni Editore 1928-36, vol. VIII, parte II, D-Z. Vincenzo Amorosi e Gaetano Damiano, Stemmi di Murat, titoli e nobiltà del Regno di Napoli, Torre del Greco 2016, p. 132. Comune di Angri, Disciplinare per le parate medievali e le rievocazioni storiche, degli eventi del 1421-25 -36 denominate “Palio Storico Città di Angri”, deliberazione C.C. del 23 marzo 2016 n. 30. Comune di Angri, Lapide viaria intestata al feudatario della Terra d’Angri Giovanni Zurolo, deliberazione C.C. del 13 gennaio 2010 n. 9. ANNUARIO DELLA NOBILTA’ ITALIANA, Edizione XXXII, parte IV, p. 2337: famiglia Zurolo.
(2) - Carlo De Lellis, Discorsi Delle Famiglie Nobili Del Regno di Napoli, tomo I, Napoli 1663, p. 28: «che dette famiglie Zurolo, & d’Aprano si ritrovano; e per quel, che alla famiglia Zurolo s’appartiene, non vi resta punto da dubitare, che la medesima non sia, che la famiglia de’ Piscicelli, e dal medesimo sangue propagata».
(3) - Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, Napoli 1691, pp. 120, 121 e 506
(4) - Antonio Fuggeri, ibidem, pp. 24 e 309
(5) - Giovanni Antonio Summonte, ibidem, pp. 439 e ss.
(6) - Filiberto Campanile, ibidem, pp. 196 e ss.
(7) - Scipione Ametrano, Della famiglia Capece, Napoli 1603, pp. 10, 11, 106 e 107
(8) - Carlo De Lellis, ibidem, pp. 14, 15, 29, 30, 97, 98 e 99
(9) - REGII NEAPOLITANI ARCHIVI MONUMENTA, ibidem, vol. I, anni 703, 748-947
(10) - Berardo Candida Gonzaga, ibidem, pp. 219 e ss.
(11) - Giuseppe Reccho, ibidem, pp. 123 e 171
(12) - Gerhard Rohlfs, ibidem, p. 276
(13) - ANNUARIO DELLA NOBILTA' ITALIANA, ibidem, p. 2337
(14) - Giuseppe De Ninno, Memorie Storiche degli Uomini Illustri della Città di Giovinazzo, Bari 1890, pp. 35, 36, 89,101 e 102
(15) - Francesco Giannone, Memorie Storiche, Palermo 1905, pp. 35 e 36
(16) - Scipione Mazzella, Descrittione Del Regno di Napoli, Napoli 1601, p. 650; Scipione Mazzella, ibidem, ed. 1586, p. 510
(17) - Ottavio Beltrano, Descrittione Del Regno di Napoli, Napoli 1671, p. 22
(18) - Amilcare Foscarini, Armerista e notiziario delle famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra d'Otranto, Lecce 1927, p. 301. Giuseppe Greco, Oltre la memoria. Momenti di vita della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo in Oppido Lucano, Lavello 1998, p. 258
(19) - Ludovico Paglia, Istorie della Città di Giovenazzo, Napoli 1700, pp. 249 e ss.
(20) - Francesco Scandone, L'Alta Valle del Calore, Napoli 1970, pp. 119 e ss.
(21) - Gaetano Montefuscoli, Imprese ovvero Stemmi delle Famiglie italiane, Napoli 1780, p. 100
(22) - Luigi Volpicella, Patriziati e Nobiltà civiche nel già Reame di Napoli, Napoli 1648, vol. II, p. 29/LXXIII, vol. IV, p. 100/XXXIII
(23) - Catello Parisi, Matrimoni Nobili ... Zurolo, in Cenno Storico Descrittivo della Città di Castellammare di Stabia, Firenze 1842, p. 99
(24) - Gaetano Caporale, Salvatore Zurolo Gran Siniscalco. Giovanni Zurolo Conte di Sant'Angelo, in Memorie Storico-Diplomatiche della città di Acerra, Napoli 1890, pp. 274 e 368
(25) - Saverio Daconto, Saggio storico sull'antica città di Giovinazzo, Giovinazzo 1926, pp. XXXIX, 74, 86, 88 e 137
(26) - Carlo Padiglione, Trenta centurie di armi gentilizie, Napoli 1914, p. 371
(27) - Michele Bonserio, Le Pergamene della Chiesa dello Spirito Santo di Giovinazzo. Regestario, Giovinazzo 1999, pp. 209 e ss.
(28) - Francesco Giannone, ibidem, pp. 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 43 e 55
(29) - Francesco Scandone, Andretta nella Storia, in quaderni/1, capitolo III, Atti delle Prime Giornate Storiche Andrettesi, Andretta 18-19 agosto 1986, Associazione Pro-Loco, Andretta 1988, pp. 33, 34 e 35
(30) - Gennaro Zurolo, SIGNA ET INSIGNIA - Fonti per la Storia del Notariato a Castellammare di Stabia (Secoli XIII-XIX), Rende 2014, p. 257
(31) - Scipione Ametrano, ibidem, pp. 10, 11, 106 e 107
(32) - Gennaro Zurolo, SIGNA ET INSIGNIA, ibidem, p. 257
(33) - Gennaro Zurolo, LE STRADE DI ANGRI, la toponomastica, i personaggi, le storie, Edizioni Comune di Angri, Boscoreale 2008, pp. 36-42 e 302-310
(34) - Saverio Daconto, ibidem, pp. XXXIX, 74, 86, 88 e 137
(35) - Ludovico Paglia, ibidem, pp. 249 e ss.
(36) - Amilcare Foscarini, ibidem, p. 301
(37) - Michele Bonserio, Le Conclusioni Decurionali della Città di Giovinazzo, anni 1551-1762, Giovinazzo 1994, pp. 209 e ss.
(35) - ANNUARIO DELLA NOBILTA' ITALIANA, ibidem, p. 2337
(39) - Bisanzio Lupis, Cronache di Giovinazzo, Giovinazzo 1880, pp. 15 e 16
(40) - Teo da Pietragalla, Pietragalla, p. 80: «Dopo diversi terremoti, molti cittadini di Casalaspro si trasferirono nella vicina Pietragalla dopo il terremoto del 1454. Con il terremoto del 5 dicembre 1456, i pochi cittadini rimasti nel paese furono costretti a trasferirsi definitivamente nel vicino comune di Pietragalla».
(41) - Teodosio di Capua, Cenni storici sul borgo abbandonato di Casalaspro, su REGIONE BASILICATA «Il terremoto del 5 dicembre 1456 costrinse i pochi cittadini rimasti nel borgo di Casalaspro a spostarsi definitivamente nel comune di Pietragalla».
(42) - Scipione Ametrano, ibidem, pp. 10, 11, 106 e 107. Gino Doria, Le strade di Napoli, Napoli 1943, ad vocem, Vico, e Vicoletto dei Zuroli.
(43) - Gaetano De Ninno, Memorie Storiche degli Uomini Illustri della Città di Giovinazzo, Bari 1890, pp. 15, 16, 88, 89, 101 e 102
(44) - Luigi Volpicella, ibidem, vol. II, p. 29/LXXIII, vol. IV, p. 100/XXXIII
(45) - Saverio Daconto, Giovinazzo nel 1860 «Studio storico da documenti inediti», Giovinazzo 2011, pp. 74, 86, 87, 88 e 137
(46) - Ludovico Paglia, ibidem, pp. 249 e ss.

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Fonti bibliografiche e archivistiche:
- Scipione Mazzella, Descrittione Del Regno di Napoli, Napoli 1586, p. 510. Scipione Mazzella, ibidem, ed. 1601, p. 650.
- Filiberto Campanile, L’Armi overo Insegne de’ Nobili, Napoli 1610, pp. 196 e 197.
- Carlo De Lellis, Discorsi Delle Famiglie Nobili Del Regno di Napoli, tomo I, Napoli 1663, p. 15.
- Gaetano Montefuscoli, Imprese ovvero Stemmi delle Famiglie italiane, vol. IV, Napoli 1780, p. 100.
- Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle Famiglie Nobili delle Province Meridionali d’Italia, vol. II, Napoli 1876, pp. 219.
- Carlo Padiglione, Trenta centurie di armi gentilizie, Napoli 1914, p. 371.
- Amilcare Foscarini, Armerista e notiziario delle famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra d'Otranto, Lecce 1927, p. 301.
- Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana. Famiglie nobili e titolate viventi, Arnaldo Forni Editore 1928-36, vol. VIII, parte II, D-Z; --- Giuseppe D’Angelo, Storia di Stabia. Dalle origini ai giorni nostri, in L’Opinione di Stabia, Castellammare di Stabia, anno IV, n. 44, dicembre 2000, p. 13.
- Enzo Filomena, I Balì di S. Stefano di Monopoli e i Feudi di Fasano e Putignano. Storia dell’Ordine di Malta in Puglia, Martina Franca 2000, p. 153. - Archivio di Stato di Napoli, fondo Amministrazione generale della Cassa di Ammortizzazione e del Demanio pubblico, lettere L-Z, busta 46, f. 419, decreto titolo nobiliare di Conte, titolo sul cognome (mf.), registrato al tomo I, f.2/n. 2, con l’arma gentilizia, del 25 marzo 1811, Maggiorasco del 25 marzo 1811, busta 46, f. 393, confermato con lettere patenti del 25 marzo 1813.
- Vincenzo Amorosi e Gaetano Damiano, Stemmi di Murat, titoli e nobiltà del Regno di Napoli, Torre del Greco 2016, p. 132.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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